Tutti accusati di abuso d'ufficio per aver votato il Piano urbanistico da cui avrebbero ottenuto dei benefici. L'inchiesta è partita dopo le denunce di un imprenditore e l'arrivo in Procura e in Consiglio comunale di alcune lettere anonime.
La campagna elettorale arriva con la polizia giudiziaria: avvisi di garanzia per sindaco, consiglieri e funzionario comunale. La notifica della richiesta di prosecuzione indagini (una volta notificata vale come avviso di garanzia) interessa il sindaco Gianfranco Ganau, i consiglieri comunali Nanni Columbano (Pd) ed Efisio Planetta (Psd'Az), il funzionario dell'edilizia Privata Gianfranco Masia. Per tutti l'accusa in concorso è di abuso d'ufficio. A scatenare l'inchiesta alcune lettere anonime e le denunce presentate dall'imprenditore castellanese Nicolino Brozzu, precipitato in un contenzioso con l'amministrazione comunale per il maxi centro commerciale di Caniga. Negli esposti dell'imprenditore che ha fatto ricorso alla giustizia amministrativa e ha avuto torto in sede di consiglio di Stato, l'approvazione del Puc lo avrebbe danneggiato facendogli saltare l'accordo commerciale con la Carrefour, mentre i beneficiari del nuovo Piano sarebbero stati sindaco e consiglieri comunali.
Il ruolo del dirigente Gianfranco Masia è relativo solo alla mancata licenza di conformità del centro commerciale di Brozzu. Il Puc non detta più solo le regole urbanistiche, ma è la pistola fumante puntata sul sindaco Ganau. La ricostruzione dell'inchiesta è molto articolata. C'è da dire che il primo cittadino e i consiglieri indagati hanno tutti votato lo strumento urbanistico in fase di approvazione in Aula. Mentre parte dell'opposizione lascia palazzo Ducale, la presenza di ogni singolo consigliere di maggioranza diventa necessaria per garantire il numero legale. Compresi i consiglieri che hanno un diretto interesse nel Puc. Da qui l'abuso d'ufficio: Ganau per alcuni terreni di proprietà di parenti entro il quarto grado, diventati edificabili; Columbano per l'area di Caniga attigua al bar-tabacchi di proprietà della famiglia; Planetta per delle aeree in città che hanno avuto premi di volumetrie e cambi di destinazione d'uso.
L'approvazione del Puc, insomma, li ha resi felici. Molto meno l'imprenditore Nicolino Brozzu. La costruzione del prefabbricato di Caniga nasce secondo le norme dell'allora Piano regolatore. Il Puc le cambia. La legge prevede che l'intervento urbanistico debba essere conforme alla normativa sia all'apertura del cantiere e sia alla chiusura. Brozzu parte con delle regole, ma strada facendo ne trova altre. Per questo motivo gli viene negata la licenza per centro commerciale (di competenza della Regione, ma impensabile ottenerla senza il via libera comunale) e rilasciata quella per negozi di medie dimensioni. Carrefour addio. L'imprenditore non si arrende e fa ricorso al Tar. Il Tribunale amministrativo gli dà ragione, in secondo grado di giudizio il consiglio di Stato ribalta tutto e rimette in gioco le decisioni del Comune. Nicolino Brozzu non si arrende e varca la Procura di Sassari in diverse occasioni. Una manciata di esposti e denunce contro sindaco e consiglieri. Motivo: se il Puc viene invalidato, lo shopping a Caniga ritorna di attualità.
L'ultima, anzi la penultima, puntata poco prima di Natale: una conferenza di servizi Regione - Comune per decidere la destinazione d'uso del fabbricato di Caniga conferma il no al centro commerciale. Poi le voci dell'inchiesta nei confronti della maggioranza che sostiene Gianfranco Ganau. Venerdì il primo avviso di garanzia viene notificato a Masia, il giorno successivo al sindaco, Planetta e Columbano invece non hanno ancora ricevuto l'atto giudiziario. Entro cinque giorni gli indagati potranno ottenere informazioni sull'inchiesta e presentare delle memorie. Da quel momento il pm Maria Grazia Genoese avrà altri sei mesi di tempo per chiudere le indagini. Le elezioni sono a maggio.
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