È triste pensare che per ricordare Pinuccio Tatarella, il ministro dell’Armonia come lui stesso si definì, si siano organizzate a Roma due commemorazioni contrapposte. L’unica presenza che accomuna le due manifestazioni è la partecipazione di Violante. Un amaro paradosso. In passato ho commemorato Tatarella con Fini e Casini e ricordo bene che lo elogiavano come l’inventore del bipolarismo e del centrodestra. Oggi lo usano in senso inverso, per sfasciare il centrodestra e inventare il Terzo polo. Per anni Fini fu sotto tutela di Pinuccio. Fu lui il suo stratega e il palombaro che riuscì, come i cozzari baresi, a staccare Fini e le altre cozze missine dai fondali della nostalgia neofascista. Fu Pinuccio che con pochi altri portò la destra nel gioco delle alleanze e nel centrodestra. Quando propose di «andare oltre il polo» non intendeva andare all’equatore del centrismo, come ora fa Fini. Intendeva dire che in Italia c’è una maggioranza non di sinistra e il centrodestra deve saper andare al di là dei suoi confini per aggregare tutti coloro che non vogliono la sinistra al governo. Pinuccio restava dentro il bipolarismo e considerava la sinistra l’avversario da battere. Non il nemico, perché Tatarella sapeva trattare con tutti; e tanti, da D’Alema a De Benedetti, lo sanno assai bene.
(di Marcello Veneziani)
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