Difficile immaginare che Renato Soru, il Bill Gates di Sanluri, non sia in grado di fare un semplice copia-incolla con un computer. Pc o MacIntosh, è semplicissimo: basta poco, checcevò? Infatti, prendi il suo programma elettorale e ci trovi cose già viste, già dette, già scritte.
La prova? Pagina 49, capitolo «Industria, artigianato e servizi», si legge: «Lo scenario economico che attende l’avvio dei lavori del nuovo governo regionale è connotato da una crisi che sta interessando l’intera economia mondiale». Perbacco, l’identico pensiero espresso dalla Provincia autonoma di Trento nel documento datato 27 novembre 2008: «Lo scenario economico che attende l’avvio dei lavori del nuovo Governo provinciale è connotato da una crisi finanziaria che sta interessando l’intera economia mondiale». Da segnalare l’accortezza dello staff di Soru: almeno hanno sostituito «governo provinciale» con «governo regionale».
La classe non è acqua. E a proposito di acqua: capitolo «Acqua bene comune», pagina 38, si legge: «Al problema della scarsità delle risorse si associa, inoltre, un comportamento sociale ed economico poco attento alle pratiche di risparmio». Come dargli torto? Sarà mica il solo a pensarla così, no? Infatti sul tavolo di Soru dev’essere finita quella vecchia relazione del IV congresso nazionale del Po, tenutosi nel novembre 2007 a Piacenza. Incappato nella bella considerazione di pagina 18, («a un problema d’origine fisica e naturale, la scarsità delle precipitazioni, si associano comportamenti sociali ed economici poco attenti alle pratiche di risparmio»), deve aver esultato. Magnifico! E via col copia-incolla.
Altro tema forte: la lotta agli sprechi. Renato Soru scrive che attuerà il progetto Alimentis per recuperare le eccedenze alimentari rimaste invendute. E spiega: «È un modello che concepisce tale recupero come un servizio: per chi li produce, per i consumatori, in questo caso i bisognosi attraverso gli enti di assistenza; per le istituzioni pubbliche (Comuni, province, regioni, Asl), per le società di smaltimento rifiuti che ne conseguono benefici indiretti, sociali e ambientali, vedendo diminuire il flusso di rifiuti in discarica e migliorando l’assistenza alle persone svantaggiate». Da sottoscrivere in pieno, questa tesi. Tesi? Sì. Come quella discussa nel 2004-2005 da Alice Prioli, alla facoltà di chimica industriale di Rimini. Titolo: «Il progetto last minute waste». Ebbene, al capitolo 2, pagina 16 si legge: il progetto «viene concepito come fornitura di un servizio: per chi li produce (involontariamente e accidentalmente), cioè le imprese commerciali, per chi li consuma, i bisognosi attraverso gli enti di assistenza, per le istituzioni pubbliche (comuni, province, regioni, aziende sanitarie locali) e le società di smaltimento rifiuti, che ne conseguono benefici indiretti, sociali ed ambientali: diminuisce infatti il flusso di rifiuti in discarica e migliora l’assistenza alle persone svantaggiate». E vai con la carta carbone.
L’assessorato della Sanità butta giù nel 2007 un piano regionale dei servizi sanitari. Scrivono che «In Sardegna è mancata una vera e propria politica del personale... L’allocazione del personale fra i diversi servizi e sul territorio è stata definita sulla base di valutazioni soggettive spesso non coerenti con il reale fabbisogno di assistenza». E Soru che scrive? Pagina 92: «In Sardegna è mancata una vera e propria politica del personale. L’allocazione delle risorse e del personale fra i diversi servizi e sul territorio... veniva definita sulla base di valutazioni soggettive, spesso non coerenti con il reale fabbisogno di assistenza». La politica del trasferello.
La prova? Pagina 49, capitolo «Industria, artigianato e servizi», si legge: «Lo scenario economico che attende l’avvio dei lavori del nuovo governo regionale è connotato da una crisi che sta interessando l’intera economia mondiale». Perbacco, l’identico pensiero espresso dalla Provincia autonoma di Trento nel documento datato 27 novembre 2008: «Lo scenario economico che attende l’avvio dei lavori del nuovo Governo provinciale è connotato da una crisi finanziaria che sta interessando l’intera economia mondiale». Da segnalare l’accortezza dello staff di Soru: almeno hanno sostituito «governo provinciale» con «governo regionale».
La classe non è acqua. E a proposito di acqua: capitolo «Acqua bene comune», pagina 38, si legge: «Al problema della scarsità delle risorse si associa, inoltre, un comportamento sociale ed economico poco attento alle pratiche di risparmio». Come dargli torto? Sarà mica il solo a pensarla così, no? Infatti sul tavolo di Soru dev’essere finita quella vecchia relazione del IV congresso nazionale del Po, tenutosi nel novembre 2007 a Piacenza. Incappato nella bella considerazione di pagina 18, («a un problema d’origine fisica e naturale, la scarsità delle precipitazioni, si associano comportamenti sociali ed economici poco attenti alle pratiche di risparmio»), deve aver esultato. Magnifico! E via col copia-incolla.
Altro tema forte: la lotta agli sprechi. Renato Soru scrive che attuerà il progetto Alimentis per recuperare le eccedenze alimentari rimaste invendute. E spiega: «È un modello che concepisce tale recupero come un servizio: per chi li produce, per i consumatori, in questo caso i bisognosi attraverso gli enti di assistenza; per le istituzioni pubbliche (Comuni, province, regioni, Asl), per le società di smaltimento rifiuti che ne conseguono benefici indiretti, sociali e ambientali, vedendo diminuire il flusso di rifiuti in discarica e migliorando l’assistenza alle persone svantaggiate». Da sottoscrivere in pieno, questa tesi. Tesi? Sì. Come quella discussa nel 2004-2005 da Alice Prioli, alla facoltà di chimica industriale di Rimini. Titolo: «Il progetto last minute waste». Ebbene, al capitolo 2, pagina 16 si legge: il progetto «viene concepito come fornitura di un servizio: per chi li produce (involontariamente e accidentalmente), cioè le imprese commerciali, per chi li consuma, i bisognosi attraverso gli enti di assistenza, per le istituzioni pubbliche (comuni, province, regioni, aziende sanitarie locali) e le società di smaltimento rifiuti, che ne conseguono benefici indiretti, sociali ed ambientali: diminuisce infatti il flusso di rifiuti in discarica e migliora l’assistenza alle persone svantaggiate». E vai con la carta carbone.
L’assessorato della Sanità butta giù nel 2007 un piano regionale dei servizi sanitari. Scrivono che «In Sardegna è mancata una vera e propria politica del personale... L’allocazione del personale fra i diversi servizi e sul territorio è stata definita sulla base di valutazioni soggettive spesso non coerenti con il reale fabbisogno di assistenza». E Soru che scrive? Pagina 92: «In Sardegna è mancata una vera e propria politica del personale. L’allocazione delle risorse e del personale fra i diversi servizi e sul territorio... veniva definita sulla base di valutazioni soggettive, spesso non coerenti con il reale fabbisogno di assistenza». La politica del trasferello.
(fonte: http://www.ilgiornale.it/)
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