Il 28 febbraio 1975 l'assassinio dello studente greco Mikis Mantakas, ad opera di un plotone comunista, apriva la serie delle uccisioni da arma da fuoco. L'omicidio avveniva all'ingresso della sezione romana Prati del Msi, tra via Ottaviano e Piazza Risorgimento. Occasione dell'apertura della stagione del piombo era il processo che si stava tenendo nel vicino tribunale di Piazzale Clodio ai tre responsabili identificati della strage di Primavalle in cui, ventuno mesi prima, erano arsi vivi Virgilio e Stefano Mattei, 22 e 8 anni. I giovani missini e i comunisti si erano contesi l'aula del tribunale e i secondi avevano avuto ripetutamente la peggio. Quella mattina si presentarono armati e iniziarono a fare fuoco, senza successo, già nel piazzale. Le forze dell'ordine impedirono l'accesso al palazzo di giustizia e i missini ripiegarono nella sezione Prati. A metà mattinata si verificò un assalto comunista alla sezione; chi si trovava dentro uscì per respingerlo. Fu allora che gli assalitori si aprirono a ventaglio e alcuni di loro fecero fuoco. Mikis Mantakas, 21 anni, iscritto al Fuan, fu colpito alla testa e morì poco dopo. Gli stragisti di Primavalle frattanto vennero trattati con i guanti bianchi dal tribunale, se la cavarono con una condanna risibile e vergognosa di “omicidio preterintenzionale”. Uno di loro, Achille Lollo, rifugiatosi in Brasile dove opera nel clan di Lula, non ha perso occasione successivamente di mostrare che genere di personaggio abietto sia. Ma questa è un'altra storia. Pensiamo invece a ricordare il giovane greco venuto a morire a Roma per la civiltà. Alalà!
Fonte (http://www.noreporter.org/)
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