domenica 1 marzo 2009

Al via in Danimarca un cimitero pagano per i fedeli di Odino


« Questo conosco per terzo: se ho grande urgenzadi incatenare i miei nemici,io spunto le lamedei miei avversari:non mordono più armi né bastoni. »
(Edda poetica - Hávamál - Il discorso di Hár CXLVIII)

Giunge da Odense, Funen, in Danimarca, la notizia che un’area del cimitero pubblico di ottocento metri quadri è stata recentemente destinata ai defunti della comunità pagana “Forn Sidr”. All’ombra di una enorme scultura raffigurante una nave vichinga, lunga ben diciotto metri, verranno seppelliti sotto il manto erboso, senza lapidi, tutti coloro che in vita continuano a ispirarsi agli antichi dei del Walhalla. Il cimitero sarà delimitato da alte pietre megalitiche sulle quali sarà possibile apporre targhe commemorative in memoria dei defunti che abbracciarono la fede pagana. Si tratta di un bizzarro progetto pilota, ma che già altre cittadine hanno richiesto per accontentare la presenza di seguaci di un neopaganesimo che evidentemente arruola molti più adepti di quanto si pensasse. Dunque il fascino dell’olimpo precristiano continua a trovare seguaci che, oltre a ritrovarsi in un comunità, hanno chiesto un riconoscimento formale allo stato che è effettivamente arrivato. È innegabile il fatto che il Odino e Thor, con tutta la simbologia derivante, germanica e non solo, da sempre producano una profonda suggestione a più livelli. Sorvolando sull’utilizzo del linguaggio delle rune negli anni Trenta, arrivando a tempi più moderni e meno cupi, come non ricordare i colora-tissimi fumetti della serie Il mitico Thor, uno degli eroi di maggiore successo della Marvel Comics Group, in cui il figlio di Odino veniva rappresentato in incredibili e avveniristiche avventure sempre in compagnia del suo inseparabile Mjolnir, il martello magico. Nel fumetto di Stan Lee Mjolnir venne forgiato da Eitri, un nano fabbro, e dai suoi fratelli per conto di Odino stesso dal nucleo di una stella. Il minerale utilizzato per la forgiatura fu l’Uru, la sostanza più dura del regno di Asgard che rese il martello praticamente indistruttibile. Mjolnir divenne l’arma più forte degli dèi nordici; anche se fossero state forgiate altre armi nessuna sarebbe stata potente come Mjolnir, che era stata benedetta dal potere di Odino. Il quale stabilì che colui che avesse alzato Mjolnir sarebbe divenuto erede al trono di Asgard. Chi vi riuscì fu suo figlio Thor che da allora porta sempre con sè il potente martello di Uru. Da allora sul martello erano incise le parole: «Chiunque impugni questo martello, se degno, possiederà il potere di Thor». E il dio del tuono nordico può persino volare tramite il martello lanciandolo verso la direzione desiderata e tenendosi ben saldo alla sua cinghia. Su di lui, nel 1988, fu realizzata anche una trilogia di film per la tv americana a conclusione della celebre serie di telefilm de L’incredibile Hulk. Il primo film della serie venne scritto e diretto da Nicholas Corea. Nella pellicola, ancora interpretata da Bill Bixby, alias il dottor Bruce Banner, e da Lou Ferrigno, il mitico culturista diventato famoso come Hulk, faceva la sua comparsa il personaggio di Thor impersonato dal colosso biondo Eric Allan Kramer. Qualche anno fa invece, precisamente nel 1999, uscì invece il libro Gli dei di Asgard di Harrison Henry (Editrice Nord, pp. 418, euro 4,37 euro) che inaugurava una serie di tre libri tutta incentrata sulle divinità nordiche, da Odino a Thor, in un incredibile e suggestivo intreccio tra lo storico e il fantastico: nel 865 dopo Cristo le Isole Britanniche sono una terra lacerata da rivalità, lotte e guerre fratricide, ma su tutti governa l’autorità della Chiesa. Potenti vescovi e alti prelati riempiono d’oro le cattedrali, lanciando scomuniche e minacce di dannazione eterna a tutti coloro che si oppongono al loro primato. Ma c’è chi non ha paura dei loro anatemi: è il fiero popolo dei Vichinghi, temuto in tutto il nord (e non solo). Essi seguono la Via degli Dèi di Asgard che reca come emblema il martello di Thor, e sono più che mai decisi a espandere le loro conoscenze e il loro potere, attraverso la conquista di nuove terre. Seguiranno altri due libri: Il martello e la croce e Il re e l’impero nei quali si racconterà fino alla conclusione l’interva vicenda del protagonista che arriverà a estendere il suo regno fino a Roma. Anche la musica non è rimasta indifferente alla simbologia nordica e un gruppo in particolare cavalca da tempo le suggestioni nordiche da quasi trent’anni mettendole in musica con risultati diversissimi: i Manowar, band heavy metal nata a New York nel 1980 dall’incontro tra il bassista del gruppo Joey DeMaio e il chitarrista Ross the Boss. Il nome del gruppo deriva da una contrazione di man of war letteralmente uomo di guerra e il simbolo della band è il mjolnir. I temi ricorrenti delle loro canzoni sono la mitologia, la guerra, la lealtà e l’onore e in più canzoni citano gli dèi di Asgard.

Di Ippolito Edmondo Ferrario (Il Secolo D'Italia)

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