Lo scorso 17 ottobre Repubblica denunciava: «Sardegna, torna il cemento sulle coste. Il consiglio regionale annulla i vincoli: si potrà edificare a meno di 300 metri dal mare». La norma contestata prevede la possibilità d’ampliamento fino al 10% delle case nella fascia dei 300 metri dal mare, ma solo per interventi che migliorino la qualità architettonica e applichino le norme sul risparmio energetico. Due giorni dopo La Nuova Sardegna, del gruppo l’Espresso, faceva da megafono a un indignato Renato Soru. In prima pagina: «Soru: costruiranno ovunque». A pagina tre: «L’ira di Soru contro il cemento: con questa legge dimenticatevi le spiagge più belle dell’isola». Insomma, lui, Mr. Tiscali, strenuo difensore del bello e dell’ambiente incontaminato; l’altro, Ugo Cappellacci, super tifoso di gru e cazzuole. Ma è proprio così? No.
Si dà il caso che la giunta Soru, al governo della Regione dal 2004 al 2008, abbia dato il nulla osta a tonnellate di cemento, gran parte in riva al mare. Ma come? Non è stato l’Obama di Sanluri, nel 2006, a far approvare il celebre Piano paesaggistico regionale (Ppr), testo che impone precisi vincoli allo sviluppo edilizio dell’isola, finalizzato a tutelarne la bellezza paesaggistica e l’equilibrio ambientale? Vero. Ma è vero anche che, attraverso lo strumento delle «intese» o degli «accordi di programma», lo stesso Soru abbia riempito di benzina i serbatoi delle ruspe. Prego si scavi, quindi, per tirar su una quantità di metri cubi di molto superiore a quelli che sarebbero stati approvati con le vecchie leggi. Qualcuno ha fatto il calcolo: 1 milione e 300mila metri cubi di cemento spalmato qua e là. Sotto i riflettori, moltissime «intese-lasciapassare». Vediamone alcune.
Vicino a Sanluri, nel comune di Collinas, il governatore ambientalista ha dato il via libera al faraonico progetto turistico «Monte Concali»: 740 ville unifamiliari e bifamiliari con giardini e piscine private, due campi da golf di 18 buche, albergo a cinque stelle, beauty farm e impianti sportivi. Interessati 400 ettari di terreni agricoli per un investimento di 560 milioni di euro. Un mega piano fortemente voluto dalla multinazionale guidata dall’americano-irlandese Thomas Kane, a braccetto con il suo avvocato di fiducia, Paolo Fresco (ex presidente della Fiat), pronto a investirci del suo. Oppure: a Pula, vicino Cagliari, via libera a un progetto da 115 milioni di euro: 241 ville principesche pensate dall’architetto miliardar-proletario Massimiliano Fuksas, due resort con tanto di campo da golf disegnato dall’ex campione Gary Player, piscine, ristoranti, centro commerciale, centro benessere. Chi c’è dietro il progetto? La Is Molas spa, controllata dalla Immsi spa di Roberto Colaninno, papà di Matteo, ex ministro ombra del Pd per lo Sviluppo economico. Qui la giunta Soru ha pure stabilito che ville e hotel possono essere costruite senza valutazione d’impatto ambientale.
Proprio per questo motivo il progetto è ancora fermo a Bruxelles, dopo che alla fine della scorsa primavera l’Ue aveva addirittura aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia: il paradiso può attendere, quindi. Inoltre, a Tortolì, nulla osta al progetto Janas: su una superficie di 160mila metri quadrati, sorgeranno 182mila metri cubi di cemento per 1.697 posti letto di case vacanze, oltre a un centro artigianale. Costo: 100milioni di euro per un’operazione gestita dalla società Bilancia srl che fa capo al «re del mattone sardo» Giorgio Mazzella, presidente della nuova Banca di credito sardo, piccolo istituto che fa parte del gruppo Intesa San Paolo.
Non solo: nell’arcipelago de La Maddalena, isola di Caprera, i mattoni a un passo dal mare vanno benissimo. Qui, grazie a undici «intese» soriane, le capanne in legno col tetto di paglia stile Polinesia potranno addirittura tramutarsi in bungalow di cemento. A trarne vantaggio il Club Méditerranée, chiuso da anni proprio perché non riusciva ad ottenere l’autorizzazione per costruire un villaggio nuovo. Grazie alla giunta Soru l’ok è arrivato e le casupole potranno essere sostituite da costruzioni in muratura: nuovi volumi per 40mila metri cubi, pari a un incremento del 28 per cento. Per il colosso francese del turismo guidato da Henry Giscard D’Estaing, un investimento di oltre 40 milioni di euro per tirar su un albergo a cinque stelle lusso per oltre seicento posti letto. Il Piano urbanistico comunale (Puc) prevede l’inedificabilità sull’isola di Caprera? Non importa: grazie allo strumento dell’«intesa» il Puc può essere modificato e adattarsi così al volere della Regione.
Contro le ruspe a La Maddalena, tuttavia, ora s’è messa di traverso una nonnina: la 84enne Francesca Maria Piras, madre del consigliere comunale Antonio Ornano e proprietaria di un campeggio. La quale, siccome i termini per presentare ricorso al Tar contro le intese erano scaduti, ha persino scritto al capo dello Stato Giorgio Napolitano. Nella sua denuncia c’è scritto: «Essendo tutti i progetti in contrasto con lo strumento urbanistico comunale de La Maddalena, lo strumento dell’intesa ha previsto che, pur di renderli ammissibili, si modificasse il Puc. Quindi, anziché adattare i progetti al Puc, si è voluto piegare lo stesso strumento urbanistico alle esigenze commerciali dei privati». Risultato: tutto fermo. Il Comitato tecnico regionale sull’urbanistica (Ctru), che avrebbe dovuto dare il via libera definitivo, ha infatti deciso di aspettare sia sul progetto Club Med che su tutti gli altri. Già, perché non è finita qui.
Nell’arcipelago, Soru ha dato il via libera anche per i seguenti cantieri. Isola di Santo Stefano: albergo di lusso con 120 camere per un totale di 200 posti letto a Cala di Vela Marina, 33mila metri cubi di costruzioni, più un porticciolo turistico con novanta posti barca per il progetto della famiglia dell’ex sindaco di La Maddalena, Pasqualino Serra. Abbatoggia: nel progetto del Touring Club, un albergo quattro stelle superiore con 185 camere e venti villini per quasi 500 posti letto. Villaggio Seis: rilevato anni fa dalla Immobiliare Lombarda spa di Salvatore Ligresti dal colosso Impregilo, si tratta di 134 villette per un totale di 60mila metri cubi. Hotel Cala Lunga: riqualificazione di un albergo di 74 stanze, costruzione di un porticciolo a Porto Massimo per il progetto di Sviluppo Vacanze spa, controllata dall’imprenditore Davide Cincotti. Hotel Nido d’Aquila: «quattro stelle» da ottanta posti letto che, dopo i lavori di riqualificazione, dovrebbe offrirne 118. Hotel delle Isole: oggi ha 12 camere, ne potrà avere 31 con 63 posti letto. Compendio Mordini: nell’ex quartier generale della Us Navy, dovrebbe sorgere una struttura di lusso di quasi 35mila metri cubi con 127 camere per dar da dormire a 250 persone. Cala Francese: ristrutturazione di un borgo minerario con la creazione di un centro di ristoro per i diportisti. Insomma, cemento, cemento, cemento.
(di Francesco Cramer)
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