Nome: Alfio Krancic. Professione: Vignettista. Area politica: Destra. Curriculum: negli anni Settanta inizia a collaborare con Linea e La voce della fogna di Marco Tarchi. Negli anni Ottanta comincia la lunga marcia attraverso il post-fascismo e i quotidiani nazionali. Nel 1988 pubblica sulla Gazzetta di Firenze, nel 1990 sul Secolo d’Italia e nel 1992 sull’Indipendente di Vittorio Feltri che, nel 1994, lo porta al Giornale, dove continua a pubblicare ancora oggi una vignetta quotidiana. E poi collaborazioni varie, mostre, trasmissioni tv, tutto sul filo della satira.
Comunque, c’è poco da ridere. Fini e Berlusconi litigano ma alla fine chi ci va di mezzo è lei, Krancic. Non vediamo più le sue vignette sul Secolo d’Italia: cos’è successo?
«Non lo so neanch’io. Ho cominciato a lavorare per il Secolo nel 1990, vent’anni fa. Per moltissimo tempo sempre in prima pagina, una vignetta ogni giorno. Da qualche anno, a causa di cambiamenti grafici, in quelle interne, non tutti i giorni ma spessissimo. Poi improvvisamente sono sparito, non pubblico più niente da un mese e mezzo ormai».
Cioè da quando sono cominciati gli screzi tra Fini e Berlusconi.
«Sì, ma soprattutto - questa è una mia supposizione - da quando sono cominciati gli screzi tra Fini e Il Giornale, sul quale ho pubblicato vignette critiche su Fini e i finiani».
Contatti con la redazione del Secolo?
«Li ho sentiti proprio oggi. Visto che il tempo passa, e qualcuno si è accorto che sono sparito dal giornale, ho chiamato il direttore, Flavia Perina. Le ho chiesto se facevo ancora parte della squadra oppure se le mie vignette sul Giornale mi mettono in una situazione difficile col Secolo».
Risposta?
«Mi ha detto che da parte loro non ci sono assolutamente problemi di tipo politico. Ma solo di tipo organizzativo. Ha scaricato la situazione sui collaboratori».
Come vi siete lasciati?
«Mi ha detto che ne avremmo riparlato. Anche se dal mio punto di vista quello che è accaduto è chiaro».
La stanno facendo fuori, Krancic?
«Non me lo hanno detto. Ma credo di sì».
Curioso. Gli epurati che fanno le epurazioni. Ma scusi: Il Secolo, la Perina, i finiani: non sono i campioni della democrazia e del dialogo? La Destra presentabile, moderata, quella senza bava alla bocca... E adesso si mangiano lei e le sue vignette?
«Anche se non me lo hanno detto espressamente... Comunque, da un mese e mezzo sono sparito. Questo è un fatto».
Certo che alcune sue vignette erano un po’ cattive. Quella intitolata «Generazione Balotelli» con un Fini negro che butta a terra la maglia del Pdl e Berlusconi che gli dice: «Ora hai rotto!»...
«La satira è quella che è, deve colpire. Raccontare quello che succede da un punto di vista paradossale, ironico appunto».
Fini non è mai stato ironico, tanto meno autoironico. E si dice sia l’unico che non rida quando Berlusconi racconta le sue barzellette. Forse non le capisce, però.
«Questa è una supposizione più malevola delle mie vignette. Diciamo che Fini non è uno a cui piace essere messo alla berlina».
Lo conosce personalmente?
«No. L’ho visto una sola volta, a un’edizione del premio Novello di Umorismo e satira, a Codogno. Mai visto sorridere».
E lei, Krancic: da intellettuale di destra, come lo vede Fini?
«Mi sono fatto l’idea che Fini nutra un risentimento di tipo personale verso Berlusconi. Un sentimento che lo ha portato a fare scelte suicide per quanto riguarda la destra in generale, e soprattutto per la sua area. Le faccio un piccolo esempio: su Facebook, dove ho circa tremila contatti, si parla anche di questo. E leggo che tanta, tantissima gente non lo segue più... assolutamente. Del resto alle ultime elezioni a chi crede abbia portato via voti, la Lega? Alla vecchia An... ».
Lei ha iniziato alla Voce della fogna, tanti anni fa, quando l’Msi era nel ghetto. E adesso che i suoi amici di allora sono al governo, la fanno fuori. Bella parabola.
«In effetti... Nel ’94, con la vittoria del centrodestra, pensavo di essere uscito dalle fogne. E invece, anche se con garbo, mi ci hanno ricacciato».
(di Luigi Mascheroni)
Comunque, c’è poco da ridere. Fini e Berlusconi litigano ma alla fine chi ci va di mezzo è lei, Krancic. Non vediamo più le sue vignette sul Secolo d’Italia: cos’è successo?
«Non lo so neanch’io. Ho cominciato a lavorare per il Secolo nel 1990, vent’anni fa. Per moltissimo tempo sempre in prima pagina, una vignetta ogni giorno. Da qualche anno, a causa di cambiamenti grafici, in quelle interne, non tutti i giorni ma spessissimo. Poi improvvisamente sono sparito, non pubblico più niente da un mese e mezzo ormai».
Cioè da quando sono cominciati gli screzi tra Fini e Berlusconi.
«Sì, ma soprattutto - questa è una mia supposizione - da quando sono cominciati gli screzi tra Fini e Il Giornale, sul quale ho pubblicato vignette critiche su Fini e i finiani».
Contatti con la redazione del Secolo?
«Li ho sentiti proprio oggi. Visto che il tempo passa, e qualcuno si è accorto che sono sparito dal giornale, ho chiamato il direttore, Flavia Perina. Le ho chiesto se facevo ancora parte della squadra oppure se le mie vignette sul Giornale mi mettono in una situazione difficile col Secolo».
Risposta?
«Mi ha detto che da parte loro non ci sono assolutamente problemi di tipo politico. Ma solo di tipo organizzativo. Ha scaricato la situazione sui collaboratori».
Come vi siete lasciati?
«Mi ha detto che ne avremmo riparlato. Anche se dal mio punto di vista quello che è accaduto è chiaro».
La stanno facendo fuori, Krancic?
«Non me lo hanno detto. Ma credo di sì».
Curioso. Gli epurati che fanno le epurazioni. Ma scusi: Il Secolo, la Perina, i finiani: non sono i campioni della democrazia e del dialogo? La Destra presentabile, moderata, quella senza bava alla bocca... E adesso si mangiano lei e le sue vignette?
«Anche se non me lo hanno detto espressamente... Comunque, da un mese e mezzo sono sparito. Questo è un fatto».
Certo che alcune sue vignette erano un po’ cattive. Quella intitolata «Generazione Balotelli» con un Fini negro che butta a terra la maglia del Pdl e Berlusconi che gli dice: «Ora hai rotto!»...
«La satira è quella che è, deve colpire. Raccontare quello che succede da un punto di vista paradossale, ironico appunto».
Fini non è mai stato ironico, tanto meno autoironico. E si dice sia l’unico che non rida quando Berlusconi racconta le sue barzellette. Forse non le capisce, però.
«Questa è una supposizione più malevola delle mie vignette. Diciamo che Fini non è uno a cui piace essere messo alla berlina».
Lo conosce personalmente?
«No. L’ho visto una sola volta, a un’edizione del premio Novello di Umorismo e satira, a Codogno. Mai visto sorridere».
E lei, Krancic: da intellettuale di destra, come lo vede Fini?
«Mi sono fatto l’idea che Fini nutra un risentimento di tipo personale verso Berlusconi. Un sentimento che lo ha portato a fare scelte suicide per quanto riguarda la destra in generale, e soprattutto per la sua area. Le faccio un piccolo esempio: su Facebook, dove ho circa tremila contatti, si parla anche di questo. E leggo che tanta, tantissima gente non lo segue più... assolutamente. Del resto alle ultime elezioni a chi crede abbia portato via voti, la Lega? Alla vecchia An... ».
Lei ha iniziato alla Voce della fogna, tanti anni fa, quando l’Msi era nel ghetto. E adesso che i suoi amici di allora sono al governo, la fanno fuori. Bella parabola.
«In effetti... Nel ’94, con la vittoria del centrodestra, pensavo di essere uscito dalle fogne. E invece, anche se con garbo, mi ci hanno ricacciato».
(di Luigi Mascheroni)
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