Carlo Petrini guarda fisso negli occhi il commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos e attacca: «Se i pastori sardi sono nelle condizioni che andate leggendo in questi giorni la colpa è degli speculatori che vanno in Romania e lì acquistano a prezzi ridottissimi il latte e poi lo portano in Italia. Questo commercio sleale ha un nome: dumping. Noi a Terra Madre ospitiamo pastori romeni che sanno fare ottimi formaggi. Ecco, commissario: cerchiamo di far produrre più formaggi e bloccare questo commercio illegale. Sono ottimi i vostri prodotti e a Torino, con una comunità romena così fortemente rappresentata, li vendereste benissimo».
Anche ieri è andato dritto all’obiettivo il patron di Slow Food Petrini davanti alla foltissima platea della Sala Gialla del Lingotto. Chissà come avrà tradotto la signorina che accompagnava Dacian Ciolos certe espressioni piemontesi che Petrini (e anche il sindaco Chiamparino) hanno usato in abbondanza. Ma una cosa è certa: il commissario ha capito e apprezzato il messaggio. In ogni caso, Petrini ha ribadito il concetto: «In Romania bisogna implementare la produzione del latte per fare buoni formaggi e non favorire speculazioni fatte dai rumeni, ma anche dagli italiani sul latte a basso prezzo: insomma, è tempo di fermarli entrambi. I romeni producano buoni formaggi e gli italiani smettano di comprare formaggi tarocchi».
Applausi. Ancor più forti quando Petrini ha parlato della misera retribuzione dei pastori sardi. «Volete sapere quanto prendevano queste persone per un litro di latte nel 2000? Duemila lire. E volete sapere quanto guadagnano adesso? Sessanta centesimi. Vi sembra possibile?». Gran battimano anche quando Carlin ha detto che «è giunto il tempo di un’agricoltura 2.0. E quindi dobbiamo far sì che una nuova generazione di giovani torni a lavorare la terra». Poi è sceso nei dettagli: «Oggi il 44% degli addetti ha più di 65 anni». Secondo il fondatore di Slow food «ci vuole un grande processo educativo, bisogna fare in modo che nelle scuole ci sia un’educazione alimentare».
(fonte: http://www.lastampa.it/)
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