Ministro Alfano, lasci perdere il reato di negazionismo. Farebbe un danno alla libertà, alla verità e alla dignità di tutti coloro che patirono massacri, ebrei in testa. Ho sentito che ha istituito un gruppo per studiare un testo di legge. Si fermi, la legge sarebbe iniqua, avrebbe effetti peggiori del male che vuol colpire e chiederanno di estenderla ad altri negazionismi. Un tunnel senza fine.
Le opinioni che negano la realtà storica sono svariate, a volte avariate e diversamente spregevoli; ma le opinioni non si puniscono col carcere. Primo, perché le parole si condannano con le parole, gli atti con gli atti. Secondo, perché penalizzare le opinioni significa intimidire la ricerca storica che per sua natura è portata alla revisione dei fatti e dei giudizi. Terzo, perché creerebbe intorno agli ebrei un cordone sanitario di intoccabilità che è pericoloso perché rischia di capovolgersi nel suo rovescio. L’alone di immunità potrebbe scatenare desideri di infrangere il tabù, di violare l’inviolabile e creare fanatismi di ritorno e antipatie. Quarto, perché crea il principio dell’ereditarietà delle colpe e delle tragedie, con dolorose contabilità, e il reato di complicità ideologica, due mostri giuridici dagli effetti devastanti ed estensibili. Quinto, perché sarebbe ingiusto punire chi nega la Shoah e non punire chi nega altri massacri, precedenti o più recenti, di armeni e di kulaki, di russi e di cinesi, di vandeani e di indios, di giapponesi e di istriani, di colonizzati e di cristiani, e potrei a lungo continuare.
Non propongo di punire anche gli altri negazionismi, per carità, perché se affidiamo pure il giudizio storico ai tribunali e se mettiamo storici e docenti sotto tutela del magistrato, oltre a uccidere la ricerca storica, avveleniamo la vita civile e scolastica. E devitalizziamo la giusta indignazione, l’impulso a replicare con argomenti di verità alle menzogne. Niente discussioni, basta la denuncia; al posto nostro ci pensa il giudice. Capisco le ragioni di questa proposta e perfino le convenienze, ma lasci stare. La storia fa troppe vittime nel suo corso per farne ancora, a babbomorto, 66 anni dopo.
(di Marcello Veneziani)
Non propongo di punire anche gli altri negazionismi, per carità, perché se affidiamo pure il giudizio storico ai tribunali e se mettiamo storici e docenti sotto tutela del magistrato, oltre a uccidere la ricerca storica, avveleniamo la vita civile e scolastica. E devitalizziamo la giusta indignazione, l’impulso a replicare con argomenti di verità alle menzogne. Niente discussioni, basta la denuncia; al posto nostro ci pensa il giudice. Capisco le ragioni di questa proposta e perfino le convenienze, ma lasci stare. La storia fa troppe vittime nel suo corso per farne ancora, a babbomorto, 66 anni dopo.
(di Marcello Veneziani)
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