"Una settimana prima, il 7 aprile credo, venne bruciata l’auto di Marcello Schiaoncin, un altro militante missino. C’era il suo nome nella rivendicazione. Ed erano in pochi a chiamarlo Schiavoncino. Dico a Lollo: c’è un burattinaio ancora senza un nome, qualcuno che vi ha usato come strumenti di morte. Tu devi dirmi chi è". Aggiunge Giampaolo Mattei: "Nel nuovo fascicolo sono finiti i nomi di tre dei militanti sfiorati e rimasti indenni nel primo processo, quelli di Paolo Gaeta, Diana Perrone ed Elisabetta Lecco. Ho letto che davanti ai magistrati Lollo si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere e il suo verbale secretato. Voglio incontrarlo. Forse sarà così vigliacco da guardami negli occhi e tacere. Forse avrà il coraggio di chiarire. Non mi interessa il perchè: non voglio giustificazioni assurde, non voglio sentimi dire che c’era l’antifascismo militante… Voglio la verità: qualcuno ha organizzato e io pretendo quel nome".
(Sin/Pn/Adnkronos)
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