Uccidetelo involontariamente. È questo il mandato ipocrita alle forze aeree che stanno bombardando il bunker di Gheddafi e forse l’hanno già ucciso. Il ragionamento è il seguente: noi vogliamo fermare i massacri e difendere le popolazioni, se nella nostra azione capita di colpire Gheddafi, pazienza, è lui che non si scansa dalla caduta di bombe ma rimane nel raggio dei nostri obbiettivi militari. Anche l’uccisione dei suoi famigliari ha risposto alla stessa logica: l’assassinio come complicazione procedurale, incidente tecnico, disguido amministrativo per incauta esposizione della vittima.
Non hanno il coraggio di dichiarare il tirannicidio come obbiettivo mirato e neutralizzano l’esecuzione come un effetto collaterale dell’applicazione di una norma, la disposizione 1973; o peggio, come un’esuberanza della tecnica,mica una decisione di uomini e di Stati. Un tempo si attenuava l’orrore dei bombardamenti a tappeto con l’alibi delle bombe intelligenti. Ora siamo alle bombe esuberanti, che piovono come un’acquazzone, sono un evento meteorologico e meccanico, e chi non si scansa in fondo se l’è cercata lui.
L’Occidente fonda la sua superiorità sulla tecnica - fatta di armi, mezzi e potenza -, decide vita e morte nel nome della libertà e della democrazia, calpesta i diritti umani nel nome dei medesimi. Non si pone problemi di principio né quando si accorda con i tiranni e li accoglie come amici, come faceva fino a poco fa con Gheddafi e come ha sempre fatto e ancora fa con tanti regimi dispotici; né quando li uccide e bombarda le città. Le repressioni in Siria non suscitano operazioni di polizia internazionale; le repressioni in Libia sì.
Con Assad non fummo amici e non siamo nemici; con Gheddafi no, fummo e siamo ambedue. Gheddafi quattrostagioni: amico, cialtrone, socio, criminale. L’abbiamo sopportato per 42 anni, ora lo vogliamo morto. Nessuno ci ha dichiarato guerra, ci ha invaso, ci ha colpito. Siamo noi che andiamo a difendere la pace con la guerra, la vita con la morte, la libertà con le bombe. Ma quale Dio ispira l’Occidente? Non vorrei rispondere cinicamente: l’Interesse,che si traveste da ragioni umanitarie.
(di Marcello Veneziani)
Non hanno il coraggio di dichiarare il tirannicidio come obbiettivo mirato e neutralizzano l’esecuzione come un effetto collaterale dell’applicazione di una norma, la disposizione 1973; o peggio, come un’esuberanza della tecnica,mica una decisione di uomini e di Stati. Un tempo si attenuava l’orrore dei bombardamenti a tappeto con l’alibi delle bombe intelligenti. Ora siamo alle bombe esuberanti, che piovono come un’acquazzone, sono un evento meteorologico e meccanico, e chi non si scansa in fondo se l’è cercata lui.
L’Occidente fonda la sua superiorità sulla tecnica - fatta di armi, mezzi e potenza -, decide vita e morte nel nome della libertà e della democrazia, calpesta i diritti umani nel nome dei medesimi. Non si pone problemi di principio né quando si accorda con i tiranni e li accoglie come amici, come faceva fino a poco fa con Gheddafi e come ha sempre fatto e ancora fa con tanti regimi dispotici; né quando li uccide e bombarda le città. Le repressioni in Siria non suscitano operazioni di polizia internazionale; le repressioni in Libia sì.
Con Assad non fummo amici e non siamo nemici; con Gheddafi no, fummo e siamo ambedue. Gheddafi quattrostagioni: amico, cialtrone, socio, criminale. L’abbiamo sopportato per 42 anni, ora lo vogliamo morto. Nessuno ci ha dichiarato guerra, ci ha invaso, ci ha colpito. Siamo noi che andiamo a difendere la pace con la guerra, la vita con la morte, la libertà con le bombe. Ma quale Dio ispira l’Occidente? Non vorrei rispondere cinicamente: l’Interesse,che si traveste da ragioni umanitarie.
(di Marcello Veneziani)
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