Il Paese va a picco, la crisi attanaglia l’Europa e noi abbiamo pagine di giornali con le intercettazioni sui trastulli del premier. Che cosa ne pensa?
Come reagisce un cattolico a questo stillicidio di rivelazioni piccanti?
«Non mi piace fare il moralista ma il realismo mi fa dire che ci vorrebbe almeno un pizzico di ipocrisia, quell’ipocrisia che rappresenta l’ultimo omaggio del vizio alla virtù».
Perché invoca l’ipocrisia?
«I gesuiti del Seicento, precettori dei principi, insegnavano: nisi caste, tamen caute. Se non puoi essere casto, almeno sii prudente. Invece Berlusconi rivendica il suo stile di vita, affermando che nessuno ha il diritto di farglielo cambiare. Qualcuno dovrebbe spiegargli che ad ogni onore corrisponde un onere. E l’onere dell’uomo delle istituzioni è quello di rendere omaggio alla virtù. Lo dico per Berlusconi, ma per essere bipartisan, ricordo anche il caso dell’ex presidente della Regione Lazio che a quanto pare andava a fare certe cose in auto blu».
Non crede che queste cose siano sempre avvenute?
«Nella vecchia Dc c’erano ministri omosessuali, ma ci stavano attenti. Non giudico la vita privata del cittadino Berlusconi, ma la vita privata così esibita del Presidente del Consiglio, che rappresenta pur sempre uno dei sette grandi Paesi del mondo e certe cose non dovrebbe permettersele. E poi, nella Prima Repubblica alle amanti si comprava una boutique, non si imponevano nelle liste elettorali o nelle istituzioni».
C’è chi dice: meglio un premier dalla vita disdicevole che non faccia la legge sull’eutanasia o sui matrimoni gay, piuttosto che uno dalla vita privata ineccepibile che però faccia passare questi provvedimenti
«Vorrei sperare in un premier “normale”, sobrio e capace di fare buone leggi, dedicandosi al governo del Paese invece che ai suoi processi. O almeno un premier saggiamente ipocrita che se vuole peccare, lo faccia con tutte le prudenze del caso. Macchiavelli diceva che gli Stati non si governano con i Pater Noster. Aveva ragione. Ma l’immagine pubblica di un uomo delle istituzioni è importante».
Secondo lei la Chiesa è stata troppo indulgente con Berlusconi?
«Se condannasse il Cavaliere riceverebbe gli applausi di quanti invece si indignano per l’ingerenza quando i vescovi parlano di aborto o di eutanasia. Il dovere della Chiesa è di annunciare il Vangelo e di enunciare i principi, non di condannare le singole persone, che se la devono vedere con il confessore, se ne hanno uno».
(fonte: www.lastampa.it)
Nessun commento:
Posta un commento