Si apre il tavolo a Palazzo Chigi, è il giorno della verità per l'alluminio a Portovesme. Il Sulcis si mobilita verso Roma, ma Alcoa tira il freno a mano dopo l'apertura di un paio di giorni fa (seguita all'intervento di Berlusconi). «La chiusura annunciata per il 6 febbraio potrà essere rinviata solo in presenza di un'approvazione scritta della Commissione europea». L'amministratore delegato della multinazionale Klaus Kleinfeld risponde alla lettera-appello del premier. Il nodo è sempre lo stesso: «La soluzione proposta dal Governo» sull'abbattimento dei costi energetici dev'essere «sicura e legale». In attesa di un'approvazione ufficiale, l'Alcoa vorrebbe almeno «un'assicurazione scritta» da parte di Bruxelles che ribadisca la volonta di esprimersi «entro la fine di febbraio».
SITUAZIONE DIFFICILE L'appello del Papa e le dichiarazioni di intenti proposte da Berlusconi («restate aperti, la Commissione europea si esprimerà entro febbraio»), quindi, non sono sufficienti per convincere la società americana a cambiare rotta sul futuro degli stabilimenti di Portovesme e Fusina. «Se non riceviamo la garanzia scritta entro questa settimana», sottolinea il numero uno dell'Alcoa, «implementeremo la cassa integrazione a partire dal 5 febbraio e inizieremo una chiusura ordinata degli impianti che ci permetta di riavviarli il più in fretta possibile, una volta che la questione verrà risolta».
LOTTA CONTRO IL TEMPO Il messaggio è chiaro quanto rigido: senza risposte formali, neanche la Presidenza del Consiglio potrà spingere il colosso dell'alluminio a cambiare idea e date. In queste ore, quindi, Palazzo Chigi dovrà aprire un filo diretto con Bruxelles per non svuotare di contenuti l'incontro di oggi (fissato per le 20 e 30: ci saranno Governo, Alcoa, Regione e sindacati). A meno che l'esecutivo non cambi strada e punti sulla soluzione dell'accordo bilaterale tra Enel e Alcoa per la fornitura diretta di energia elettrica.
CHIARIMENTI DI BRUXELLES Il vicepresidente della Commissione europea (nonché commissario designato per l'Industria) Antonio Tajani fa subito sapere che del provvedimento sollecitato dall'Alcoa «si parlerà operativamente dopo il 9 febbraio», cioè dopo il voto finale per l'elezione del nuovo esecutivo europeo. Il rappresentante italiano ricorda però che Bruxelles «ha già fatto passi avanti nei mesi scorsi» per l'Alcoa, con uno sconto sulla sanzione (fissata ora a quota 270 milioni) legata alle tariffe basse sull'energia, assicurate all'azienda dallo Stato italiano. Tajani sottolinea però che comprende «la portata del problema», di cui «mi ha già parlato il governatore sardo Ugo Cappellacci». Per questo, «anche se la materia non è di mia competenza, la seguirò con attenzione, in qualità di commissario e vicepresidente» a Bruxelles.
SIT-IN IN PIAZZA COLONNA In serata si aprirà il vertice a Palazzo Chigi, ma già dal pomeriggio in piazza Colonna prenderà forma un sit-in organizzato dagli operai di Portovesme (ma ci saranno anche i veneti di Fusina). Quasi cinquecento lavoratori si sono imbarcati ieri pomeriggio a Cagliari sul traghetto Nomentana della Tirrenia. Sbarcheranno questa mattina a Civitavecchia per puntare subito verso la Capitale. Arriveranno anche duecento operai di Fusina. Con loro, le bandiere di San Marco, ricevute ieri in regalo dalla Lega. Verranno affiancate a quelle dei Quattro mori nella protesta comune della Sardegna e del Veneto. La mobilitazione prevede un presidio (nei bagagli dei manifestanti ci sono i sacchi a pelo) che si protrarrà sino a notte davanti a Palazzo Chigi. Alla spedizione romana parteciperanno anche i sindaci del Sulcis, i consiglieri regionali, i parlamentari. Sarà presente in forze il Pd: «Il problema Alcoa - sottolinea il segretario Silvio Lai - è ormai diventato un problema sociale e di ordine pubblico».
L'APPELLO DEI SINDACATI «Siamo a un punto decisivo della vertenza», sottolineano i metalmeccanici di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm. «Per questo facciamo appello alle istituzioni, alle forze politiche e all'opinione pubblica affinché continui la mobilitazione in atto per impedire la distruzione di un apparato industriale strategico per il Paese e decisivo per il futuro dei lavoratori».
LOMBARDO: LETTERA AL PAPA Il presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo ha inviato ieri una lettera al Papa: «Santo Padre, è con parole di sincero affetto che le esprimo i sentimenti della più profonda gratitudine mia personale e di tutta l'Assemblea regionale, per l'accorato appello, rivolto durante l'Angelus domenicale, in favore dei lavoratori dell'Alcoa di Portovesme e delle loro famiglie, mobilitati per difendere il posto di lavoro».
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