Filosofi, boicottate la Giornata mondiale della filosofia che l’Unesco ha indetto a Teheran. Giuliano Amato, Giancarlo Bosetti e altri intellettuali hanno lanciato un appello a disertare il congresso mondiale del pensiero in un paese che nega il libero pensiero e perseguita il dissenso. Le sanzioni filosofiche all’Iran mi sembrano una cosa doppiamente assurda. Già le sanzioni economiche annunciate sono odiose e inefficaci, perché danneggiano i popoli e quasi mai i regimi, che negli assedi mondiali anzi si legano di più al destino dei loro popoli. Le sanzioni non hanno mai fatto cadere i regimi, da Castro a Saddam, per non dire di casi precedenti che ci riguardano più da vicino. E poi le sanzioni sono sempre ingiuste perché colpiscono alcuni regimi autoritari e ne risparmiamo altri, se si considera che traffichiamo normalmente con paesi guidati da regimi dispotici e liberticidi, dalla Cina a Cuba, fino a decine di paesi arabi, asiatici e africani. Ma poi le sanzioni non si addicono alla filosofia. Il pensiero cresce anche all’ombra delle dittature, da Platone ai giorni nostri. E la persecuzione dei filosofi avviene anche nelle democrazie e tra i partigiani della libertà, da Socrate a Gentile. Continuò la filosofia perfino sotto Stalin, come insegna Florenskij, e sotto Hitler, come dimostrano fior di filosofi tedeschi. In ogni caso nuoce più che giovare al regime di Teheran esporsi a media e filosofi.
Non credo alla priorità della democrazia sulla filosofia come invece sosteneva Richard Rorty. Non penso che la vastità e profondità del pensiero possa essere imprigionata nelle regole della democrazia o nei codici del politicamente corretto. La vera, grande filosofia è sempre stata trasgressiva ed elusiva, ha valicato regimi e regole, ha dialogato con il passato e con il futuro, alludendo all’eternità. Non c’entra con i governi presenti, le repressioni e i conflitti del momento, non li legittima. A volte capita che il filosofo finisca arruolato dal suo paese a combattere contro il nemico, e nelle pause della guerra legga, ammiri e condivida i pensieri espressi da filosofi che militano nella parte avversa. Capitò alle soglie dell’antica Persia al filosofo Plotino sulle rive dell’Eufrate; è capitato più di recente a Ernst Jünger nelle due guerre mondiali e a tanti altri autori.
Per questo sono contrario al boicottaggio della filosofia nel nome della democrazia. E ancor più lo sono se considero il popolo iraniano che con la sua attitudine al pensiero poetico, alla saggezza antica e alla sensibilità contemplativa può insegnarci molte cose sul piano della filosofia e della cultura, mentre noi possiamo insegnare loro sul piano della libertà e del benessere, della tecnica e della democrazia. Insomma lasciate che si aprano le persiane alla filosofia.
La commissione italiana, presieduta da Gianni Puglisi, ha opposto al boicottaggio una soluzione obliqua: lasciamo a Teheran il luogo formale di capitale mondiale della filosofia, trasformandolo in un simbolo di libertà e di apertura, però poi di fatto decentriamo la giornata mondiale spalmando gli eventi a Parigi e Rabat, Mosca e Palermo, in videoconferenza. Un modo arguto o furbesco, secondo i punti di vista, tipicamente italiano, di aggirare il problema e salvare capre e cavoli. Il filosofo Franz Dallmayr chiede di boicottare la Giornata mondiale della filosofia a Teheran nel nome del dialogo tra le culture (come recita un suo libro che ora esce in Italia da Marsilio), e conclude la sua perorazione a favore delle sanzioni filosofiche in questo modo: «Attendo pieno di speranza il giorno in cui i filosofi e tutti gli uomini potranno incontrarsi ovunque senza nessuna paura e in santa pace. Da parte mia farò tutto ciò che mi è possibile per realizzare questo ideale di armonia globale». Mamma mia che banale utopia da scuola materna, di quelle stucchevoli e scontate che disegnano girotondi di bambini d’ogni colore per un mondo di pace e di amore... L’idiozia uccide la filosofia più della tirannide.
(di Marcello Veneziani)
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