Alberto Asor Rosa, Margherita Hack e centonovantotto gravitanti attorno ai Comunisti italiani avevano appena firmato un altro appello per escludere dalle elezioni e addirittura espellere dalle università gli estremisti di destra “perché non devono trovare cittadinanza e accessibilità in luoghi di cui la democrazia e l’antifascismo costituiscono la base imprescindibile”. Oddio, un sequel del remake. Allora ho spulciato, chiesto in giro. In effetti non nascondono quello che sono. Si definiscono “area non conforme”, hanno simboli esoterici e contorti, una tartaruga, animale nobile perché porta sulle spalle la sua casa, otto frecce convergenti in un punto. Inneggiano alla turbo dinamica. Amano il nero. Neri gli arredamenti, neri per lo più vestiti, magliette e occhiali. Nero su nero, è la serie di interviste, reperibili sul sito, diciamo così agli antesignani: Mario Tuti racconta di quando “mancò Violante”, Pierluigi Concutelli come non sia facile stare trenta anni in prigione con la schiena dritta. Hanno messo su gruppi di rocciatori, alpinisti, sommozzatori, “Diavoli di Mare”. E di paracadutisti, “Istinto Rapace”.
Chi ha qualche ricordo di separatezza gruppuscolare sa che la presenza di ragazzi ma soprattutto di ragazze è un segno di vitalità. E la Casa è piena di giovani. Fanno politica, dunque. E la risposta deve essere politica. Non mi pare che l’appello dei docenti rientri in questa categoria. E nemmeno la mobilitazione a Milano contro la commemorazione di Sergio Ramelli, fascista ucciso trentacinque anni fa in modo orribile e nel cui ricordo tutti dovremmo inchinarci in silenzio. Ci sono voluti trenta anni, leader come Almirante e Berlinguer, l’impegno di uomini di cultura e di buona volontà per interrompere una spirale luttuosa e infernale che già allora era fuori dal tempo e dalla storia. Cerchiamo di non farci riprendere da un passato che sembra non dover mai morire.
(di Lanfranco Pace)
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