giovedì 3 giugno 2010

Donna Assunta: «Fini, da solo, non riesce a fare niente»


L'Inghilterra ha il Big Ben, la Francia la Tour Eiffel. Noi abbiamo Donna Assunta Almirante. A ognuno il suo: il nostro è un monumento vivente e pensante. Più che un monumento, un'icona. Più che un'icona, un simbolo: di quella destra che non vuole morire democristiana; che non si riconosce in Fini. Seduta sul divano della sua abitazione ai Parioli, dalla quale è passata un bel pezzo dell'attuale classe dirigente del Pdl, Donna Assunta si abbandona ai ricordi e analizza il presente. Lo fa a volte con sdegno, altre con sarcasmo. Due ore di conversazione suggellate da una visita guidata negli ambienti di questa casa che sembra un museo. A ben vedere, forse lo è davvero. Donna Assunta è il pezzo pregiato della collezione. Se l'Unesco la inserisse nella lista dei patrimoni dell'umanità nessuno si stupirebbe.
Donna Assunta, lei sarà molto arrabbiata.
"Perché?".
Dopo l'Msi si è sciolta pure An.
"Gianfranco Fini non aveva ragioni di lasciare la sua casa di via della Scrofa. Poteva rimanere alleato di Berlusconi senza cambiare abitazione, come la Lega. Ha sbagliato ad accettare il passaggio da An a Pdl, ma che vuol dire poi Pdl? Io mica l'ho capito ancora".
Non è l'unica. Però anche per il Pd si può dire la stessa cosa.
"Destra, sinistra, quelli attuali sono governanti di terza categoria".
Ma l'Italia è ancora un grande Paese democratico.
"La democrazia non c'è, c'è il suo degrado".
C'è almeno un politico che le piace?
"Stimo moltissimo Berlusconi, lui sì che è di destra".
E Fini?
"Cambiamo discorso".
Sarà lui il successore di Berlusconi?
"Sono più di quindici anni che ci spera. Forse era convinto che il Cavaliere durasse meno".
Come vede il futuro di Fini?
"Come il presente".
Ossia?
"Non lo vedo".
Però è un fautore del presidenzialismo.
"Quella era un'idea di mio marito Giorgio, che all'epoca definirono matto. Vorrà dire che Fini vuole rendere omaggio al suo mentore. Chissà se la faranno questa riforma".
Se fosse lei al governo qual è la prima riforma che farebbe?
"Bisogna cambiare la legge elettorale: se sciolgono le Camere senza averne fatta una nuova, alle prossime elezioni inviterò i cittadini a non votare. E' indispensabile per gli elettori avere una lista di nomi tra i quali scegliere, agli italiani non serve che le segreterie di partito scelgano deputati e senatori al posto loro. Perché dobbiamo affidare la nostra vita a persone che non conosciamo e che a loro volta non conoscono le leggi?".
Perché non entra lei in politica?
"Me lo hanno proposto tante volte, ma non sono fatta per stare in poltrona. La politica si può fare anche da privato cittadino".
Che è poi quello che ha sempre fatto. Si dice che fosse la più preziosa consigliera di suo marito.
"Sono sempre stata una donna indipendente, questo mio marito lo apprezzava molto. Lo accompagnavo spesso in giro per l'Italia e se mi chiedeva un'opinione non mi tiravo indietro. Anche quando scelse Fini come suo successore, volle ascoltare il mio parere".
Quindi se Fini è arrivato dove è arrivato è anche grazie a lei?
"In quel momento sembrava il giovane con più capacità. Giorgio ne ha lanciati moltissimi, è il leader che ha rinnovato maggiormente la classe dirigente. A parte Fini ci sono Storace, La Russa, Gasparri, Urso, Matteoli, Berselli, De Corato, Poli Bortone... ".
Tra questi il suo preferito è Storace?
"Storace, certo. Ma anche La Russa, uno dei pochi politici validi e intelligenti del Pdl, che ha avuto la fortuna e l'accortezza di stare vicino a Berlusconi. Non ha smentito le capacità del padre, che era un uomo di altissime qualità morali e intellettuali".
E Fini?
"Fini è un uomo che da solo non riesce a fare le cose. Ha bisogno di qualcuno che da dietro lo spinga. Anche la chiusura dell'Msi, mica è stata un'idea sua".
Ma non era lui il segretario?
"Sì, ma c'era un gruppo che lo spingeva verso questa cosiddetta svolta: Tatarella, lo stesso Ignazio, Urso, Gasparri. Sì è lasciato influenzare. Storace era contrario".
Fiuggi rimane una ferita aperta per lei.
"Fiuggi è una ferita per la democrazia. Quando fu votata la mozione di Fini, il 70%, forse l'80% delle persone se ne erano già andate. Non ci fu una chiamata individuale, in modo che ognuno si potesse esprimere con un sì o un no. Quei pochi che erano rimasti alzarono tutte e due le mani e la linea di Fini passò".
Dunque fu un colpo di mano.
"Quel congresso avrebbe dovuto essere dichiarato nullo. Capii da subito che sarebbe stato la tomba del partito. Dopo ho fatto una battaglia di tre mesi, ma ormai non c'era più niente da fare. Devo dire grazie a Indro Montanelli, che in quelle lunghe settimane mi ha sostenuto; e anche a un leader di sinistra, assolutamente insospettabile, che mi fu molto vicino. Il nome però non lo faccio".
Che mi dice di Alemanno?
"Lo conosco poco, quando ha iniziato a fare politica lui frequentava più spesso casa di Rauti".
A lei Rauti non stava molto simpatico.
"Nemmeno a Giorgio se è per questo. Ma alla prova dei fatti si è dimostrato più coerente lui di Fini".
Fini aveva detto che Mussolini è stato il più grande statista del secolo, poi ci ha ripensato.
"Guardi, io non sono mai stata fascista. Ma oggettivamente Mussolini è stato il personaggio chiave della storia italiana del XX secolo. E non dimentichiamo che, dopo venti anni di governo, ha lasciato la sua famiglia senza una lira e senza una casa. Non si è certo arricchito con la politica".
C'è chi accomuna Mussolini a Berlusconi.
"Le opere che partono da Prati e arrivano fino a Ostia le ha realizzate tutte il fascismo, la pianura pontina, la battaglia del grano, gli ospedali, la tutela dei lavoratori, le pensioni, le colonie estive... in quindici anni Mussolini ha trasformato l'Italia; dopo quindici anni Berlusconi deve ancora rifare la Salerno-Reggio Calabria".
Che ne pensa del gossip che circonda Berlusconi sui suoi presunti amorazzi?
"Sa che le dico? Meglio con le donne che con gli uomini".
Fini è favorevole alle coppie di fatto.
"Anch'io".
Ma Fini è favorevole pure a quelle omosessuali.
(Qui Donna Assunta si produce in una battuta epocale, che però non si può pubblicare. A ripensarci ridiamo ancora).
Lei crede in Fini?
"Non credo più a niente".
Obbedisce a Fini?
"Non sono nata obbediente".
Combatterebbe per Fini?
"Non ci penso proprio. Né per lui, né per altri".
Che consiglio darebbe a Fini?
"Non posso dargliene, i sordi non sentono. Anche se...".
Cosa?
"Adesso c'è il mese della visita gratuita di controllo dell'udito. Potrebbe approfittarne".
Fini vuole dare il voto agli immigrati.
"Gli immigrati non lo vogliono il voto, quindi è del tutto inutile, come il voto degli italiani all'estero".
Fini vuole portare il Corano nelle scuole.
"Ma a che serve il Corano a scuola? Al limite si può leggere qualche pagina, ma la nostra religione, la vera religione, è quella cattolica. Poi non capisco perché quando si dice qualcosa sui musulmani bisogna pesare le parole mentre al Papa gliene dicono di tutti i colori e nessuno si scandalizza".
Le piace questo Papa?
"Molto. E' un uomo di grande cultura, anche se non arriva direttamente al cuore come il suo predecessore. Wojtyla era la faccia della bontà, della bellezza. Ti veniva voglia di abbracciarlo. Ratzinger invece ispira ammirazione".
Che voto dà a Alemanno come Sindaco?
"Lo stesso di Veltroni: non sta facendo niente".
Addirittura.
"Ha provato a farsi una passeggiata di sera ai Parioli? Manca la luce, è pieno di immondizia. Se questo è considerato il salotto di Roma, figuriamoci le periferie".
Sistemato Alemanno, passiamo alla Santanché.
"Della Santanché non dico nulla, né in bene né in male".
La Mussolini.
"Prima faceva l'attrice, mi pare. Quando ha visto che combinava poco è entrata in politica".
C'è qualche politica donna che le piace?
"La Finocchiaro e la Prestigiacomo".
Qualche uomo di sinistra?
"Bertinotti: un signore, una persona per bene. Stimo anche l'intelligenza di D'Alema".
Di Craxi che ne pensa?
"Un grosso personaggio, buon amico di mio marito"
E di Bossi?
"Ammiro in maniera incredibile la Lega, lavora sul territorio, è vicina alla sua gente. Io che sono mezza trentina, visto che ho casa in montagna da 34 anni, ho capito qual è la differenza principale tra nord e sud: il popolo del nord è progredito ma non è civile, non è affabile; invece il popolo del sud è civile, ma non è progredito. Bossi sbaglia quando se la prende con il sud: i meridionali sono molto intelligenti, quando emigrano diventano i primi della classe".
Torniamo a Almirante: quando strade italiane sono dedicate a suo marito?
"Duecentocinquanta".
A Roma?
"Nessuna. Il motivo non lo so, manco glielo chiedo a Alemanno. Faccio un'ipotesi: non vuole mettersi in urto con la comunità ebraica. Ma non regge".
Perché?
"Giorgio non è mai stato contro gli ebrei, durante la guerra ha salvato un amico ebreo, Emanuele Levi. Quando fu Giorgio a trovarsi in difficoltà, Emanuele gli trovò un lavoro. E poi un'altra cosa: il fratello di mio marito, Luigi Almirante, sposò Lucia, una ragazza ebrea, alla quale siamo tutti molto affezionati. Giorgio fu testimone di nozze".
Quante persone incontra ogni giorno?
"Una marea, soprattutto quando sono per strada. Di ogni età e ogni colore politico".
Saluta tutti?
"Sì, ma cerco di non stringere la mano. Per comodità faccio il saluto romano".
Le sembra normale?
"Salutare romanamente è internazionale. L'ha fatto il popolo italiano, lo fanno tutti. Lo fa anche il presidente degli Stati Uniti".
Ma se qualcuno insiste per stringerle la mano?
"Giro sempre con le salviettine disinfettanti in borsa. Non ne posso fare a meno, ho un olfatto sensibilissimo. Svengo vicino a un cattivo odore. Pensi che avrei potuto diventare miliardaria".
Che c'entra con gli odori?
"C'entra eccome. Potevo essere un'autorità in campo cosmetico, nella ricerca dei profumi. Avrei fatto soldi a palate".
Che rapporto ha coi giornalisti?
"Splendido, come me sono sempre cortesi. Li adoro tutti, a parte Perna. Infatti l'ho querelato".
Perché?
"Aveva scritto cose orribili su mio marito".
Ha querelato anche Benigni.
"Aveva scritto una filastrocca vergognosa su Giorgio".
Se le chiedesse scusa ritirerebbe la querela?
"Neanche a pensarci".
Lei è una superstar anche su Facebook.
"Me lo hanno detto. Anche se non ho ben capito cosa sia questo Facebook".
La irritano le prese in giro di Dagospia?
"Ma no, D'Agostino mi tratta bene. E' simpatico e intelligente".
Mi riferivo alle foto di Pizzi.
"Quelle di Pizzi non sono prese in giro, ma opere d'arte. Mi ha messo anche in una mostra".
Lei è sempre in giro, la invitano ovunque.
"Non me ne parli, se dovessi dire di sì a tutti non mi basterebbe una giornata di 48 ore".
E quando sta a casa come passa il tempo?
"A volte suono il pianoforte. Oppure canto".
E' brava?
"Una volta ad un ricevimento a Montecarlo ho cantato "Calabrisella mia" davanti al principe Ranieri. Gli piacque moltissimo".
Suo marito cantava?
"Sì, ma un altro genere: le canzoni della guerra".
Cosa vede in televisione?
"Quella di Santoro è una bella trasmissione. A prima vista può sembrare faziosa, ma ragionandoci sopra non è così".
Fede?
"E' molto devoto a Berlusconi".
Floris.
"Ah, quello non mi piace proprio. Mi dà l'agitazione, cammina molto e parla tanto, se potesse farebbe tutto da solo, senza ospiti. E poi non si capisce nulla, gli ospiti si parlano sopra. Mi dà sui nervi. Infatti dopo cinque minuti cambio canale".
Vespa.
"Garbato e preparato".
Cosa distingueva suo marito dai politici di oggi?
"Che lui era un politico, quelli di oggi non si sa cosa siano. E poi stava in mezzo alla gente: non frequentava i salotti, era uno del popolo".
E come marito?
"Eravamo la coppia ideale. Un'unione perfetta, comunione di spirito. Lui era il vero femminista, ha sempre considerato la moglie alla pari del marito, nel rispetto delle reciproche differenze. E poi aveva una dolcezza senza limiti, era educato, elegante".
Il vostro fu un colpo di fulmine?
"Per lui sì, io ci misi un po' a innamorarmi".
Vi univa anche la politica?
"Da ragazzina ero quasi comunista. Ma non lo scriva... Quando vedevo che altri bambini avevano meno possibilità di me, mi interrogavo: perché queste differenze?".
Non vuol dire necessariamente essere comunisti. Più semplicemente, avrebbe voluto aiutare chi se la passava peggio. Non fa così anche oggi?
"In continuazione. Casa mia è un ufficio di collocamento, manca solo la targa fuori dalla porta. Ma è soprattutto quando ci sono di mezzo problemi di salute che cerco di dare un mano. Negli ospedali conosco praticamente tutti: se una piccola raccomandazione può aiutare una persona a risolvere una situazione difficile, alzo il telefono volentieri. In Calabria si dice: l'abuttu un cride allu diunu".
Traduzione?
"Chi ha mangiato non si mette nei panni di chi è a digiuno. E invece bisogna farlo: solo così è possibile avvicinarsi al prossimo".
Altro che comunista, lei è apostolica.
"Sono molto credente, sì".

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