Et voilà! Un movimento con le mani, un gesto improvviso da una parte e Sakineh sparisce dai giornali e dai TG. Ma come, non è più in pericolo di essere lapidata? Non c'è più urgenza di salvarla da un destino infausto? No, ogni urgenza è sparita da quando Dieudonne M’Bala M’Bala, leader del partito antisionista francese, è andato a Teheran e ha chiesto informazioni ad Ali Zadeh, vice presidente del Consiglio della Magistratura e portavoce del Ministro della Giustizia. Dopo di che, tornato in patria, l'ha riferito a Thierre Meyssan, giornalista ed analista francese, che l'ha riportato in un articolo.
Infatti viene smontata tutta la montagna di bugie che sono state riferite su questa storia. Innanzitutto la prima cosa: non solo l'Iran ha aderito alla moratoria sulle lapidazioni, ma nel Codice Penale iraniano questa sanzione è stata praticamente cancellata. Infatti, perchè qualcuno possa essere condannato per adulterio, deve essere visto nell'atto di fare rapporti sessuali con persone diverse dal marito o dalla moglie da almeno quattro testimoni contemporaneamente. E' chiaro che una situazione del genere si può verificare sul set di un film porno, ma non nella realtà. Sakineh Mohammadi Ashtoni è stata condannata per omicidio: lei una sera ha drogato il marito e ha spinto l'amante Issa Taheri ad ucciderlo. Al termine del processo entrambi sono stati condannati a morte per impiccagione. Attualmente il processo è sottoposto all'esame della loro Corte Suprema, che sta valutando se il processo è stato fatto correttamente. I tempi non sono definibili (ogni processo ha sue peculiarità) ma l'esecuzione, se avverrà, lo sarà solo al termine di questo esame.
Allora, da dove vengono tutte queste notizie false? In parte dal figlio, che continua a vivere tranquillamente nella città di Tabriz, dove è spesso in contatto telefonico con giornalisti occidentali, che hanno il suo numero e con cui parla regolarmente (cosa anomala per un regime repressivo, no?). Ma la cosa più interessante è un'altra persona che spesso dà informazioni ai giornali e che viene qualificato come un avvocato di Sakineh. In realtà Javid Houstan Kian non è affatto un avvocato, ma è solo un amico del figlio. E non è vero che è scappato dall'Iran perchè perseguitato dal cattivissimo regime, ma semplicemente perchè hanno scoperto che lui fa parte di una organizzazione terroristica, i Mujaheddin del popolo, finanziata da Israele e responsabile di molti attentati dinamitardi contro i cittadini iraniani. Per la cronaca, è stato lui a riferire che Sakineh era stata frustata in carcere, per esempio; oppure che l'avevano torturata per costringerla a dire il falso nelle interviste televisive. Ed è probabile che il figlio della donna - che evidentemente vuole salvare la madre dalla pena di morte a qualunque costo - segua pedissequamente il copione da lui scritto. Un copione che ovviamente, data l'appartenenza di Kian ai Mujaheddin del popolo, è stato scritto alla sede del Mossad o della Cia.
Per scoprire queste cose è bastato andare a fare una chiacchierata in Iran con un responsabile, il portavoce del Ministro della Giustizia. Possibile che in Italia non ci sia stato un giornale o un telegiornale che abbia avuto la possibilità di inviare una persona che chiedesse un semplice colloquio? Tutta l'editoria italiana ha avuto un momento di rincoglionimento generale oppure sotto c'è qualcosa che ha impedito a tutti i giornali italiani e a tutti i telegiornali italiani di dire la verità? Basta rifletterci un attimo e la risposta è facile.
(di Antonio Rispoli)
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