Dice Ilary Blasi che “potrebbe essere un’idea carina” quella di lei e Francesco Totti protagonisti in una sit com a venire. “Vedremo, chissà, quando Francesco smetterà di giocare”. Ci era sfuggito che Totti giocasse stabilmente a pallone, ma forse sua moglie quando dice “giocare” non intende il calcio. Avevamo invece notato che Totti l’attore lo fa da tempo, bon gré mal gré. Anzi “laif is nau”.
L’età oscura ha necessariamente un’appendice anche nel mondo del così detto sport. Sicché è comprensibile che il capitano della Roma, monumentalizzato a pieno titolo dopo gli esigui ma pesantissimi trionfi regalati negli anni addietro a noialtri suoi tifosi – su tutto lo scudetto del 2001 – oggi sia percepito come una figura a metà tra l’intrattenitore televisivo e un prepensionabile neghittoso. Lui per primo deve soffrire di questa condizione, si capisce dalle sue lamentele con la società sportiva che deve dirgli se è diventato o no un problema per la squadra. Ora non soltanto Ranieri lo impiega a mezzo servizio, ora anche Prandelli gli ha chiuso con alto senso della realtà lo spogliatoio della Nazionale.
Umiliazione passabile, visto che Antonio Cassano, l’alter ego giovane di Totti, aveva fatto di peggio in un’intervista alle Iene (il programma della signora Totti). Aveva osato reclamarlo al proprio fianco in azzurro per una partita di beneficenza come quelle in cui Gianni Morandi e Diego Abatantuono sfidano vecchie glorie tipo la Roma campione d’Italia del 1982/83, in un’orgia di caviglie ossidate e prolassi addominali. Per ora non se ne fa nulla. Sospiro di sollievo degli ammiratori di Totti: la memoria delle sue grandezze non deve essere così mortificata dal presente, non se lo merita. Sospiro di sollievo (sottaciuto) di Totti: alla sua età muscoli e polmoni vanno risparmiati dall’acido lattico e dal ludibrio della telecronaca. Dopodiché bisogna essere indulgenti e realistici. Totti non rivendica per sé l’intelligenza dell’allenatore né le basi minime della sintassi da commentatore televisivo (ma certo se lo fa Bagni…).
Come attore pubblicitario funziona nella parodia di se stesso. Ilary, cinica come ogni moglie, ne ha fatto il suo Raimondo Vianello nella “Casa Totti” in cui il capitano sta già diventando un signor Blasi. Concediamoglielo. Ma un tempo i grandi condottieri – e Totti lo è stato – si accontentavano della memoria imperitura e spesso finivano in esilio. Lui deve aver concluso che darsi al “laif is nau” è sempre meglio che fare il latitante come Giorgio Chinaglia. Purtroppo.
(di Alessandro Giuli)
L’età oscura ha necessariamente un’appendice anche nel mondo del così detto sport. Sicché è comprensibile che il capitano della Roma, monumentalizzato a pieno titolo dopo gli esigui ma pesantissimi trionfi regalati negli anni addietro a noialtri suoi tifosi – su tutto lo scudetto del 2001 – oggi sia percepito come una figura a metà tra l’intrattenitore televisivo e un prepensionabile neghittoso. Lui per primo deve soffrire di questa condizione, si capisce dalle sue lamentele con la società sportiva che deve dirgli se è diventato o no un problema per la squadra. Ora non soltanto Ranieri lo impiega a mezzo servizio, ora anche Prandelli gli ha chiuso con alto senso della realtà lo spogliatoio della Nazionale.
Umiliazione passabile, visto che Antonio Cassano, l’alter ego giovane di Totti, aveva fatto di peggio in un’intervista alle Iene (il programma della signora Totti). Aveva osato reclamarlo al proprio fianco in azzurro per una partita di beneficenza come quelle in cui Gianni Morandi e Diego Abatantuono sfidano vecchie glorie tipo la Roma campione d’Italia del 1982/83, in un’orgia di caviglie ossidate e prolassi addominali. Per ora non se ne fa nulla. Sospiro di sollievo degli ammiratori di Totti: la memoria delle sue grandezze non deve essere così mortificata dal presente, non se lo merita. Sospiro di sollievo (sottaciuto) di Totti: alla sua età muscoli e polmoni vanno risparmiati dall’acido lattico e dal ludibrio della telecronaca. Dopodiché bisogna essere indulgenti e realistici. Totti non rivendica per sé l’intelligenza dell’allenatore né le basi minime della sintassi da commentatore televisivo (ma certo se lo fa Bagni…).
Come attore pubblicitario funziona nella parodia di se stesso. Ilary, cinica come ogni moglie, ne ha fatto il suo Raimondo Vianello nella “Casa Totti” in cui il capitano sta già diventando un signor Blasi. Concediamoglielo. Ma un tempo i grandi condottieri – e Totti lo è stato – si accontentavano della memoria imperitura e spesso finivano in esilio. Lui deve aver concluso che darsi al “laif is nau” è sempre meglio che fare il latitante come Giorgio Chinaglia. Purtroppo.
(di Alessandro Giuli)
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