mercoledì 9 febbraio 2011

Azionisti senza azionista di riferimento

Non toccategli Gobetti, Bobbio e l'azio­nismo al direttore della Repubblica. Ezio Mauro se l'è presa ieri con Giuliano Ferrara che ha osato criticare Libertà e Giustizia, risalendo alla sua matrice inversa, Giustizia e Libertà e al Partito d'Azione. È una vecchia polemica torine­se, ne scrissi vent'anni fa.

Mauro pone La Repubblica e il movi­mento antiberlusconiano sotto la cam­pana di vetro di Gobetti e degli azionisti, presentandoli come veri liberali, immu­ni dal peccato originale del comunismo. Mauro dimentica che per Gobetti il mo­dello della sua rivoluzione liberale era la rivoluzione bolscevica. Gobetti teorizza­va i soviet operai anche in Italia, conside­rava Marx «un liberale», riconosceva con Sorel il valore pedagogico della violenza, arrivò persino ad accusare il fascismo di «pacifismo imbelle» e di cedere al capita­lismo borghese. Gobetti sognava di «spazzar via tutti... questi maledetti si­gnori e signore » che temono «il bolscevi­smo, l'imposta sul capitale, le violenze e i tumulti; e vanno cercando di conservar­si il patrimonio». Parole attualissime...

Gobetti poi auspicava «un proletariato agguerrito», «una politica imperialista», e riteneva la guerra «una legge di svilup­po dei popoli ». In Giustizia e Libertà Car­lo Rosselli fu nemico e vittima del fasci­smo ma alleato di Stalin perché ammira­va il suo anticapitalismo antiborghese. Tra gli azionisti c'erano Ernesto Rossi e Silvio Trentin che auspicavano per l'Ita­lia «una dittatura rivoluzionaria» e un' economia pianificata come in Urss; c'era Duccio Galimberti che prefigurava una Costituzione in cui vietare i partiti politi­ci. Molti dei loro riferimenti, Calogero, Capitini, Codignola, lo stesso Gobetti, si erano formati su Gentile, filosofo del fa­scismo. È vero, gli azionisti a cui si ispira Mauro e il neomovimento Libertà e Giu­stizia, non erano comunisti ma giacobi­ni; e succubi del comunismo staliniano. Per Augusto Del Noce gli azionisti furo­no i «trotzkisti del fascismo». La vera dif­ferenza con i loro nipotini di oggi è una e merita rispetto: pagarono di persona e non avevano un De Benedetti alle spalle. Azionisti puri, senza un azionista di riferi­mento.

(di Marcello Veneziani)

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