Cosa aveva in comune Casseri con CasaPound?
«Niente. Da una parte c’è un ragioniere pazzo, uno squinternato che transita dalle loro parti. Un tipo malato di estremismo, cresciuto con il linguaggio volgare e feroce dei giornali, che vede l’Eurabia e schiuma rabbia, che ha in mente le pisciate e gli sputi sul Battistero. Dall’altra un circolo culturale di altissimo livello che oggi subisce l’attacco e la critica di gente che non conosce questo centro».
Cosa si fa a CasaPound?
«Musica e cultura. Un circuito culturale che ha sedi in tutta Italia. Hanno anche una radio, “Radio Bandiera Nera”».
Nome inquietante.
«Ma no, detto così sembra riduttivo, ma davvero fanno ottimi programmi, hanno il loro gruppo musicale gli Zeta Zero Alfa. Ma non solo, c’è molta solidarietà. È uno dei fulcri al centro. Faccio un esempio concreto: quando c’è stato il terremoto in Abruzzo sono stati tra i primi a organizzare aiuti. Anche se alla notizia dell’arrivo di un nucleo di CasaPound, la comunità magrebina ha avuto paura».
E come è andata a finire?
«Gli africani ringraziarono pubblicamente CasaPound».
E allora perché oggi c’è chi vuole chiudere il centro?
«Additare ora fa comodo alla sinistra, ma anche alla destra. Che usa CasaPound per dire di essere migliore e usa la caricatura del fascista cretino».
A chi si ispirano?
«Alla poetica di Ezra Pound prima di tutto. Orientata al multiculturalismo, all’apertura. CasaPound non appartiene al ’900. Quindi chiamarli fascisti sarebbe come liquidarli, schematizzarli. Loro non sono né di Alleanza nazionale né di altro gruppo politico. Non fanno politica, ma cultura».
Ma un centro sociale di ispirazione fascista non rischia di accendere qualche fiammella d’odio?
«Di sicuro c’è bisogno di una profonda riflessione e ripensamento, ma non ha senso chiudere».
Un centro sociale aperto anche ai non «camerati»?
«Ma sì. Ma certo. Io ci sono andato spesso con Paola Concia. E con tanti altri amici di sinistra».
Oggi Casa Pound ha più o meno consenso di un tempo?
«Il consenso studentesco è sicuramente aumentato. Ma per un semplice motivo. Che loro pescano negli ambienti popolari, a differenza dei centri sociali di sinistra che notoriamente sono frequentati da ragazzi di buona famiglia. Ma questa è un’altra storia».
(fonte: www.ilgiornale.it)
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