Le banche italiane già tutte fallite? Sto solo dicendo che questa grande ondata di liquidità è andata alle banche, non è finita all’economia reale. Questo spiega perché noi siamo davanti a un pericolo di deflazione gravissima: vuol dire che si abbassano i prezzi e nessuno lavora più, le imprese non hanno più nessun interesse a lavorare. E’ quello che sta capitando adesso: non hai più marginalità. E un’impresa su tre, dopo Natale, ha chiuso. Quindi: l’ossessione del debito pubblico è una fola degli economisti neoclassici che scrivono sul “Corriere” e dicono cose teoricamente non sostenibili. Nel 2008 dicevano che la crisi non esisteva. Io, avessi detto una cosa così, non sarei più uscito di casa per la vergogna.
E invece siamo entrati nella più grande crisi che sia mai esistita. La crisi è appena cominciata, ragazzi. Perché? Perché c’è questa ossessione del debito pubblico. E non si ha la forza – questo è il fallimento – di riformare la Bce, di trasformarla in una banca federale, come la Federal Reserve. L’euro è un’enorme scommessa: non è mai esistita una moneta senza Stato, nella storia del mondo. Si è fatta una moneta, e le terribili rigidità che una moneta unica ha creato sono state occultate dalla crescita. Adesso che la crescita non c’è più, viene fuori la follia di aver fatto una moneta unica senza una politica unica. E gli Stati dell’Europa del Sud sono i primi ad essere colpiti.
Allora, bisogna trasformare la Bce in una banca federale che abbia di mira la stabilità e la crescita. Mario Draghi fa una politica che non è quella dello statuto; Draghi è lì perché ce l’ha messo Tim Geithner, il ministro del Tesoro americano – non l’ha messo la Merkel, perché gli americani hanno tutto l’interesse perché l’Europa non vada a catafascio, come andrebbe se la Merkel avesse il potere assoluto. Quindi il signor Monti la prima cosa che deve fare è rinegoziare il Trattato di Maastricht. E noi dobbiamo sperare che Hollande vinca, che l’Spd vinca, che la sinistra europea vinca e che la signora Merkel vada a casa.
Il fantasma della spesa pubblica “eccessiva”? Il Giappone ha il 280% di debito pubblico: pensate che sia un’economia così disastrosa? Se non ci fosse stato lo tsunami, nessuno se ne sarebbe accorto. Questa tesi in base alla quale il problema viene dal debito pubblico è teoricamente insostenibile. Lo dicono solo quattro ragazzotti che, appunto, scrivono delle cose non giuste: sui giornali, perché libri non ne scrivono – teorie non ne scrivono: Keynes non ha trovato un suo successore e, fino a prova contraria, l’onere della prova che Keynes avesse torto spetta ai suoi avversari.
E per favore, non mettiamolo insieme al professor Monti, che di teoria non sa proprio nulla: sa quelle quattro formulette dell’economia neoclassica, che ci stanno portando alla rovina. Ad esempio? Che il problema è il debito pubblico, e il pericolo è l’inflazione: questo lo può dire un tedesco scioccato da Weimar e dall’iper-inflazione degli anni ’20. Ma un uomo ragionevole non lo può dire, perché la storia non va in questo senso. Coi nostri disoccupati, un 10% di inflazione in più curerebbe il debito pubblico molto più delle tasse che stanno mettendo. Come si può pensare che una piccola impresa cresca, quando paga il 50% di tasse? Ma dove vivono? Quello che contesto è che siano tecnici.
Allora, bisogna trasformare la Bce in una banca federale che abbia di mira la stabilità e la crescita. Mario Draghi fa una politica che non è quella dello statuto; Draghi è lì perché ce l’ha messo Tim Geithner, il ministro del Tesoro americano – non l’ha messo la Merkel, perché gli americani hanno tutto l’interesse perché l’Europa non vada a catafascio, come andrebbe se la Merkel avesse il potere assoluto. Quindi il signor Monti la prima cosa che deve fare è rinegoziare il Trattato di Maastricht. E noi dobbiamo sperare che Hollande vinca, che l’Spd vinca, che la sinistra europea vinca e che la signora Merkel vada a casa.
Il fantasma della spesa pubblica “eccessiva”? Il Giappone ha il 280% di debito pubblico: pensate che sia un’economia così disastrosa? Se non ci fosse stato lo tsunami, nessuno se ne sarebbe accorto. Questa tesi in base alla quale il problema viene dal debito pubblico è teoricamente insostenibile. Lo dicono solo quattro ragazzotti che, appunto, scrivono delle cose non giuste: sui giornali, perché libri non ne scrivono – teorie non ne scrivono: Keynes non ha trovato un suo successore e, fino a prova contraria, l’onere della prova che Keynes avesse torto spetta ai suoi avversari.
E per favore, non mettiamolo insieme al professor Monti, che di teoria non sa proprio nulla: sa quelle quattro formulette dell’economia neoclassica, che ci stanno portando alla rovina. Ad esempio? Che il problema è il debito pubblico, e il pericolo è l’inflazione: questo lo può dire un tedesco scioccato da Weimar e dall’iper-inflazione degli anni ’20. Ma un uomo ragionevole non lo può dire, perché la storia non va in questo senso. Coi nostri disoccupati, un 10% di inflazione in più curerebbe il debito pubblico molto più delle tasse che stanno mettendo. Come si può pensare che una piccola impresa cresca, quando paga il 50% di tasse? Ma dove vivono? Quello che contesto è che siano tecnici.
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