Ecco il primo romanzo double face. O meglio,
un romanzo che cambia di «genere» a seconda di quando lo si legge. Se
lo si legge entro il 24 novembre è fantapolitica. Se lo si leggerà dopo il 24, e non sarà
avvenuto quel che racconta, sarà storia alternativa o ucronia. Ma cosa
racconta? L'assassinio di Mario Monti il 24 novembre 2012 nel centro di
Roma: un attentato dinamitardo all'altezza della mostruosa Ara Pacis di
Meyer. È auspicabile che nessuno s'indigni, dato che negli ultimi dieci
anni sono apparsi romanzi, film, opere teatrali che hanno descritto
l'assassinio, esplicito o implicito, del Cavalier Silvio Berlusconi.
Nessuno ha mai protestato, e gli si è allungata la vita. Il fatto è che i
nostri due ultimi premier non sono stati e non sono simpatici a molti
ambienti politici, oltre che a un cospicuo numero di italiani, e
l'antipatia si riverbera anche nelle opere d'invenzione letteraria.
Adesso Pierfrancesco Prosperi, architetto di professione e scrittore
di fantascienza (ma anche di fantastico, orrore, poliziesco e
spionaggio, oltre che sceneggiatore di fumetti) dal 1960, firma
Bersaglio Mario Monti (Reverie, pagg. 200, euro 15) concretizzando gli
umori degli anarco-insurrezionalisti, i seguaci delle teorie di Bakunin,
che però trovano il loro humus in una nazione che dimostra un tessuto
sociale sfilacciato, una specie di sindrome di assuefazione alla
violenza quotidiana, che non reagisce più emotivamente ai disastri che
la circondano. Tra le righe di quest'opera si legge una denuncia del
degrado generale del Paese, al quale hanno concorso le ribalderie e
l'arroganza degli uomini del Potere.
Prosperi adotta una tecnica che gli riesce molto bene (si pensi ai
due romanzi sull'Islam italiano editi da Bietti): procede per capitoli
cronologici intrecciando le vicende di più personaggi, descrivendo scene
in apparenza slegate, inframmezzando il tutto con documenti (articoli,
estratti di libri, dichiarazioni, comunicati ecc.) tra il vero e il
falso, comunque plausibili. Soltanto alla conclusione tutti i tasselli
andranno al posto giusto e tutto sarà chiaro. O quasi, dato che nelle
storie di Prosperi domina il Caso o il Fato, che si diverte a giocare
scherzi beffardi e inaspettati.
Qui, ad esempio, la storia del killer Nico Raimondi che ha un conto
psicologico e morale in sospeso con il Potere, e quella del poliziotto
Michele s'intersecano sino all'incontro decisivo nel momento cruciale
che si concluderà in modo del tutto inaspettato. Su di loro aleggia la
figura del presidente del Consiglio, del tecnico per eccellenza, la cui
personalità e la cui carriera sembrano avere la loro fonte in Il
Grigiocrate, la «biografia non autorizzata» di Grandi, Lazzeri e
Marcigliano, edita da Fuorionda, di cui Reverie, specializzata in
ucronie, è una costola. Monti è considerato una specie di taumaturgo
della politica europea: risolve la crisi atomica con l'Iran e il
problema del rigassificatore di Brindisi, riporta in Italia una famosa
collezione d'arte (ma non i marò dall'India...), addirittura salva
un'impiegata dell'Agenzia delle Entrate ostaggio di un attentatore. E
pare addirittura avere virtù miracolose: l'impiegata, moglie del
poliziotto Michele, ritiene infatti che sia stato proprio Lui con le sue
parole a far sì che sia rimasta finalmente incinta... Potere del Verbo
tecnico!
Ma Monti è inviso alla frangia più oltranzista degli anarchici
internazionalisti guidata da un misterioso aristocratico francese
vestito di bianco e con papillon, molto snob ma devoto alla causa del
popolo che soffre. Il mondo è abbastanza marcio per farlo cadere nel
caos dal quale rinascerà una società di eguali. È l'Effetto Domino e
bisogna cominciare dall'Italia, considerata «il ventre molle
dell'Occidente». Così si prepara l'attentato che si verificherà sul
lungotevere il 24 novembre 2012. Non ci resta che leggere e aspettare...
(di Gianfranco de Turris)
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