Se Matteo Renzi vince alle primarie del centrosinistra, dopo, gli verrà facile diventare presidente del Consiglio. Svuoterà tutto il centrodestra a venire. Se, invece, taglia il traguardo del ballottaggio Pier Luigi Bersani, ecco: ci sarà un’altra storia. Il premier del prossimo governo, infatti, sarà ancora una volta Mario Monti. E con una maggioranza di tutti con tutti, oltretutto. Compresa la Forza Italia 0.2 di Silvio Berlusconi. Questo è il nocciolo, semplice e pieno, tutto di sostanza e senza essenza (se proprio vogliamo usare la metafora della cipolla di Aldo Busi dove non si sa mai qual è il cuore). Qui, di “quore” non ce ne deve stare punto perché è nell’aritmetica che si conclude la faccenda. Ho fatto la prova con molti elettori “de sinistra” portandoli davanti a questo osso, chiedendo loro: “Ma se è sicuro che con Renzi andate a vincere le elezioni perché non lo votate adesso, alle primarie?”. Incredibile, neppure questo argomento li smuove perché prevale, nella grande maggioranza, il riflesso condizionato dell’appartenenza, scorgono in Renzi un estraneo e non lo votano perché la sinistra non si libera dal complesso di superiorità morale, preferiscono ancora la scelta minoritaria.
Come a scansare la responsabilità di sporcarsi le mani con l’osso duro della politica. E l’unico consiglio che posso dare a Renzi, in questo frangente così caldo di politica, è quello di far circolare il ragionamento di cui ho detto sopra: meglio la gallina Renzi domani che l’uovo Bersani oggi, prossimo ad essere cotto nell’acqua della grande coalizione eterna. Solo con Renzi, la sinistra, può sporcarsi con la larga Italia all’odor di minestrone e mettere in tasca l’uomo qualunque. Certo, forse Renzi non è la sinistra ma di sicuro Bersani, con tutta la sua struttura, non è manco il Partito comunista. Nella macchina da guerra del segretario del Pd sopravvive la nomenclatura, quella casta praticona, tutta coop, ma pur sempre estranea alla natura profonda degli italiani che, al contrario, vogliono vincere aggrappandosi a quello che più degli altri somiglia a loro e Renzi, appunto, assomiglia agli italiani. Faccia uno slogan della sua stessa faccia. Farà vincere la sinistra. E riempirà tutto il vuoto a destra, ops, centrodestra.
Come a scansare la responsabilità di sporcarsi le mani con l’osso duro della politica. E l’unico consiglio che posso dare a Renzi, in questo frangente così caldo di politica, è quello di far circolare il ragionamento di cui ho detto sopra: meglio la gallina Renzi domani che l’uovo Bersani oggi, prossimo ad essere cotto nell’acqua della grande coalizione eterna. Solo con Renzi, la sinistra, può sporcarsi con la larga Italia all’odor di minestrone e mettere in tasca l’uomo qualunque. Certo, forse Renzi non è la sinistra ma di sicuro Bersani, con tutta la sua struttura, non è manco il Partito comunista. Nella macchina da guerra del segretario del Pd sopravvive la nomenclatura, quella casta praticona, tutta coop, ma pur sempre estranea alla natura profonda degli italiani che, al contrario, vogliono vincere aggrappandosi a quello che più degli altri somiglia a loro e Renzi, appunto, assomiglia agli italiani. Faccia uno slogan della sua stessa faccia. Farà vincere la sinistra. E riempirà tutto il vuoto a destra, ops, centrodestra.
(di Pietrangelo Buttafuoco)
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