sabato 9 ottobre 2010

In Afghanistan è strage: uccisi quattro alpini vicino a Farah


Un'esplosione e, poi, uno scontro a fuoco. E' stato un attacco "combinato" quello che oggi, in Afghanistan, ha ucciso quattro alpini del settimo reggimento di Belluno, arrivato in Afghanistan due mesi fa. Un loro commilitone è rimasto ferito in modo grave, «ma è cosciente e non è in pericolo di vita», assicurano al comando del contingente italiano.

L'agguato

Dal 2004, quando è cominciata la missione Isaf, le vittime italiane salgono così a 33. I fatti si sono verificati alle 9.45 locali, nel distretto di Gulistan, a circa 200 chilometri a est di Farah, al confine con l’Helmand. I militari italiani, a bordo di blindati Lince, stavano svolgendo un servizio di scorta a un convoglio di 70 camion civili che rientravano verso ovest dopo aver trasportato materiali per l’allestimento della base operativa avanzata di Gulistan, denominata "Ice". All’improvviso l’esplosione, violentissima. Uno "Ied", vale a dire un ordigno rudimentale di grande potenza, è esploso al passaggio di un blindato, distruggendolo. Per quattro dei cinque alpini a bordo non c’è stato niente da fare.

Le vittime

Nell'attacco hanno perso la vita Sebastiano Ville ( 27 anni, di Francofonte, nel Siracusano), Marco Pedone (23 anni, della provincia di Lecce), Gianmarco Manca (32enne di Alghero) e Francesco Vannozzi (26 anni, di Pisa). Dopo lo scoppio è seguito un violento scontro a fuoco, al termine del quale i militari italiani, come riferiscono al comando di Herat, hanno «messo in fuga gli aggressori». Il convoglio era già stato attaccato ieri con armi leggere. Era sto colpito un mezzo americano. Il ferito - con lesioni di vario tipo alle gambe - è stato immediatamente evacuato con elicotteri di Isaf. Si chiama Luca Cornacchia, 28 anni, di Pescina (L’Aquila): «E' cosciente e ha risposto agli stimoli», viene sottolineato. Attualmente si trova ricoverato all’ospedale militare da campo di Delaram ed ha telefonato alla moglie per aggiornarla sulle sue condizioni.

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