martedì 22 febbraio 2011

Noi ci stiamo allontanando troppo, in tutti i campi, dalla natura


La Corte di Cassazione pur respingendo la domanda di una donna di Genova che chiedeva di adottare una bimba russa che vive con lei da cinque anni, ha invitato il Parlamento a varare una legge che consenta l’adozione anche ai single. Maurizio Gasparri, Pdl, ha parlato di "invasione di campo". Sono pienamente d’accordo. I tribunali devono limitarsi a emanare sentenze, non è loro compito fare proposte di legge, che spettano al Parlamento.

Ma non condivido neanche il merito di quanto affermato dalla Cassazione. Un bambino, almeno sulla linea di partenza, ha diritto ad avere una madre e un padre. Così detta la Natura. È chiaro che il problema dell’adozione si pone (anche se non sempre) quando a un bambino mancano i genitori naturali. Questa situazione può essere in parte sanata affidando il bambino a una coppia formata da un uomo e una donna. Non si tratta di difendere la famiglia, come vuole la concezione cattolica, ma il bambino, il quale ha diritto di avere come punti di riferimento sia la figura materna che quella paterna. Un single può anche essere un bravissimo educatore, ma al bambino mancherà sempre il contrappeso, indispensabile, della presenza di un genitore dell’altro sesso.

Non mi convince nemmeno la formulazione del neuropsichiatra infantile Gabriel Levi: «Il bambino ha diritto di essere allevato al meglio». Perché è ambigua e ha consentito troppe volte di strappare il bambino ai genitori naturali considerati "inidonei" perché indigenti o comunque non in grado di provvedere adeguatamente all’educazione dei figli. Non è lo Stato che deve decidere qual è l’educazione migliore. Lo Stato deve solo limitarsi a cercare di ripristinare, quando manchi, una situazione il più possibile vicina a quella naturale, cioè con un bambino che possa contare sia su una figura materna che su una paterna. Anche perché è difficilissimo, se non impossibile, sapere quali sono le condizioni perchè un bambino sia "allevato al meglio". C’è il caso clamoroso, accaduto in Francia, di un padre che si è visto portar via i tre figli, per affidarli a un Istituto, perché non li mandava a scuola ma preferiva educarli nella natura abitando nei boschi. Chi può dire quele fosse la scelta migliore? Non è nemmen detto che il cattivo esempio dei genitori porti sempre frutti peggiori della famiglia "Mulino Bianco". A volte stimola una reazione opposta. Comunque sia in queste cose lo Stato deve mettere becco il meno possibile.

Né esiste alcun "diritto", né di coppia né di single, ad avere figli. Questi sono diritti inesistenti, come il diritto alla felicità o alla salute, che solo la Modernità poteva inventarsi, rendendoci così "ipso facto", tutti infelici e malati o comunque "a rischio". In nome di questo presunto "diritto" ad avere figli abbiamo, in altri Paesi, grazie al traffico di ovuli, di uteri, di sperma, a bambini con due madri o con due padri o con due padri e due madri, cioè con quattro genitori, con quale equilibrio psichico può crescere un bambino conciato in questo modo?

Noi ci stiamo allontanando troppo, in tutti i campi, dalla Natura. Io non faccio un mito della Natura, ma la Natura ha elaborato le sue leggi in milioni di anni e se ha voluto che un figlio nasca con un padre e una madre qualche ragione cisarà. Non aggraviamo ulteriormente le cose introducendo il diritto di un single, per lenire la propria solitudine, per desiderio di possesso, per "status symbol" o per altri mille motivi, anche generosi, di adottare un bambino. Perché prima dell’interesse dell’adulto viene il diritto del bambino a iniziare la propria vita nelle condizioni il più possibile vicine a quelle naturali.

(di Massimo Fini)

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