sabato 14 maggio 2011

Ma quanto è nobile il tirannicidio involontario


Uccidetelo involontariamente. È que­sto il mandato ipocrita alle forze ae­ree che stanno bombardando il bunker di Gheddafi e forse l’hanno già uc­ciso. Il ragionamento è il seguente: noi vo­gliamo fermare i massacri e difendere le popolazioni, se nella nostra azione capita di colpire Gheddafi, pazienza, è lui che non si scansa dalla caduta di bombe ma rimane nel raggio dei nostri obbiettivi mi­­litari. Anche l’uccisione dei suoi famiglia­ri ha risposto alla stessa logica: l’assassi­nio come complicazione procedurale, in­cidente tecnico, disguido amministrati­vo per incauta esposizione della vittima.

Non hanno il coraggio di dichiarare il ti­rannicidio come obbiettivo mirato e neu­tralizzano l’esecuzione come un effetto collaterale dell’applicazione di una nor­ma, la disposizione 1973; o peggio, come un’esuberanza della tecnica,mica una de­cisione di uomini e di Stati. Un tempo si attenuava l’orrore dei bombardamenti a tappeto con l’alibi delle bombe intelligen­ti. Ora siamo alle bombe esuberanti, che piovono come un’acquazzone, sono un evento meteorologico e meccanico, e chi non si scansa in fondo se l’è cercata lui.

L’Occidente fonda la sua superiorità sul­la tecnica - fatta di armi, mezzi e potenza -, decide vita e morte nel nome della liber­tà e della democrazia, calpesta i diritti umani nel nome dei medesimi. Non si po­ne problemi di principio né quando si ac­corda con i tiranni e li accoglie come ami­ci, come faceva fino a poco fa con Ghedda­fi e come ha sempre fatto e ancora fa con tanti regimi dispotici; né quando li uccide e bombarda le città. Le repressioni in Si­ria non suscitano operazioni di polizia in­ternazionale; le repressioni in Libia sì.

Con Assad non fummo amici e non siamo nemici; con Gheddafi no, fummo e siamo ambedue. Gheddafi quattrostagioni: ami­co, cialtrone, socio, criminale. L’abbia­mo sopportato per 42 anni, ora lo voglia­mo morto. Nessuno ci ha dichiarato guer­ra, ci ha invaso, ci ha colpito. Siamo noi che andiamo a difendere la pace con la guerra, la vita con la morte, la libertà con le bombe. Ma quale Dio ispira l’Occiden­te? Non vorrei rispondere cinicamente: l’Interesse,che si traveste da ragioni uma­nitarie.

(di Marcello Veneziani)

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