mercoledì 21 settembre 2011

La banale innocenza del Cav. è nelle sue amicizie maschie


L’ultimo omaggio del vizio alla virtù è l’ipocrisia, dice Vittorio Messori, autorità del pensiero cattolico, e ne consiglia viva pratica al Cavaliere. Con un’intervista alla Stampa gli raccomanda l’ipocrisia, da ergere a custodia del vizio, ma l’importante amico di tanti Pontefici dimentica che nella comitiva maschia tutto si può nascondere fuorché la patta e l’unica recita ammessa è quella dell’esagerazione.

Mirek Topolanek, l’ex premier ceco, in vacanza a Villa Certosa venne ritratto da Antonello Zappadu con il “corpo da reato” tutto di fuori. E quello stare tra le docce e attardarsi dopo nell’agone delle misure è legge di natura mentre l’ipocrisia, sovente, è lo scudo dietro cui si nasconde un guaio peggiore: lo stare fuori dalla gara. A patta chiusa. Ben diversa cosa è il pudore, virtù pagana e dunque virile. Gli ipocriti affollano le plaghe gesuite, non le schiere dei guerrieri e quel che forse non considera Messori è che a Silvio Berlusconi è mancato il sodalizio con Madonna Donna. Ed è un bel dire il suo che “donna” deriva da “domina”, dunque “signora del signoreggiare”. Lo ha detto nelle assemblee del Pdl prima che il diluvio di intercettazioni lo annegasse di patonze, ed è un vano chiacchierare perché nel suo mondo, lui che frequenta solo femmine, fa poi comitiva solo con i maschi.

Messo a nudo nel bel mezzo dei suoi privati festini, Berlusconi ha avuto in soccorso Vladimir Putin, il leader russo, che – fresco di doccia, anzi, di sauna – ne ha misurato le virtù al punto di evocare l’invidia altrui. E’ quella di nemici improvvisatisi moralisti per non averne tante, di donne, quante ne può avere l’amico Silvio. E certamente in quel Jurassic Park degli amici maschi di Berlusconi – a partire da George W. Bush e da Tony Blair, fino a Muammar Gheddafi, Ben Ali, Hosni Mubarak e Hugo Chávez – se ne troveranno di controprove del torneo: con uno si spartisce la bandana, da un altro si fa insegnare il bunga bunga, con un altro ancora si passano (al telefono!) Aida Yespica, e da un altro, infine (per tramite di questura), si prende in custodia la nipote. Non uno di questi (fatta eccezione per chi è obiettivamente impedito) che l’abbia chiamato, così come a suo tempo auspicò Veronica Lario, per svegliarlo dalla coazione a congiungersi così come viene, all’orbigna. E nessuno dei suoi maschi di casa, per giunta, gli fa un avviso. Messo a nudo si trascina a sé la comitiva.

Il Cavaliere che frequenta solo femmine non ha una sola amica donna, non una che entri nella cerchia della sua comitiva e se perfino Benito Mussolini che era Mussolini ebbe Margherita Sarfatti dalla quale poter imparare la restante parte di cose che fanno l’uso di mondo, il Cavaliere che se la fa con tante donne resta sempre con i suoi maschi – con i calciatori, con i giornalisti e poi con tanti gaglioffi, quelli che gli fanno la cresta direttamente dal suo paniere – e sempre ai maschi dispensa tutta quella sovrabbondanza di patonza che gli gira intorno manco fossero, le patonze, tutte elettroni in vortice intorno al nucleo forte che è lui: una cassaforte da cui spillare dindi.

L’ipocrisia messa a custodia dei vizi, per farne un ultimo omaggio alla virtù, non sarebbe altro che flanella, peste dei bordelli, asma da espettorare dietro la grata di un confessionale. Una cosa è l’essere bugiardo, altro, infatti, è imbiancare il sepolcro. E quel che deriva a forza di andare solo con le donne per poi restare tra maschi è una faticosa malinconia che è propria dei normali. Scoprire dopo tanta ricotta che Berlusconi è solo un normale maschio, lo assolve dalle accuse inverosimili di racket, di sfruttamento della prostituzione, di ricatti e forse anche di mafie. Ma lo condanna alla banalità.

(di Pietrangelo Buttafuoco)

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