lunedì 5 novembre 2012

L'ombra del Bilderberg: "Monti fa gli interessi dei poteri forti mondiali"


«Monti? È Goldman Sa­chs » risponde in automatico Da­niel Estulin, scrittore-investigato­re russo (ma vive in Spagna) che col suo Il Club Bilderberg ­la storia segreta dei padroni del mondo si candida alla palma di maggior co­spirazionista del pianeta.

Se è un folle, le sue follie interessano pa­recchia gente: più di tre milioni di copie vendute in 81 paesi e 50 lingue diverse. Intervistarlo equiva­le ad entrare in un thriller (ne stan­no facendo un film) che ha per protagonisti banchieri, squali della fi­nanza, magnati dell’industria, po­litici, lobby e logge segrete. Den­tro questo plot, c’è pure Mario Monti, membro delle annuali riu­nioni del Bilderberg: «Monti è la perfetta esemplificazione del con­cetto di Compagnia unica mondiale (One World company Ltd, ndr) teorizzata da Lehman Brothers per il vertice Bilderberg del 1968».

E che sarebbe?
«L’idea che gli Stati nazione siano superati, e che la grande finanza, che già controlla l’industria attra­verso le banche, debba prendere il posto delle nazioni. È quel che è successo».

E il nostro premier Monti?
«È il custode degli interessi del­l’oligarchia finanziaria, non elet­to da nessuno».

Lei è un complottista.
«Il gruppo Bilderberg non è una te­oria cospirazionista, non è una so­cietà segreta. È una realtà, lo stru­mento con cui le oligarchie finan­ziarie, le élite di Usa e Europa, rie­scono a imporre le loro politiche ai governi».

Il gruppo Bilderberg si è riuni­to due settimane fa in Virginia: cos’avrebbero deciso?
«Hanno discusso del problema Russia, o meglio di Putin, che sta diventando un grande inconve­niente per loro. Un membro euro­peo del Bilderberg ha ammesso che “Putin è di gran lunga il più for­midabile avversario per i nostri piani”».

Perché?
«Bilderberg è partico­larmente preoc­cupa­to per il gasdotto Sou­th Stream, che potreb­be risultare vincente rispetto a quello Ue­ Usa “Nabucco”. Ma la maggiore preoccu­pazione è il tentativo di Putin di integrare l’Asia in un blocco sot­to la sua leadership , e poi l’intesa con l’Iran. Insieme controllereb­bero il 50% del gas mondiale. Per­ciò il Bilderberg continua a finan­ziare il “Fronte civile unito” di Ka­sparov contro Putin».

Hanno parlato anche della cri­si in Europa.
«Hanno deciso che la Spagna ver­rà sacrificata sull’altare della fi­nanza. Il sistema bancario spa­gnolo è al collasso, la Santander ha un debito di 800 miliardi, e il Bil­derberg lo sa. Il prestito di 100 mi­liardi è il primo passo verso la pie­na proprietà del Paese da parte della finanza mondiale. La Spa­gna non esiste più».

E l’Italia sì?
«L’Italia non è la Spagna, non ha bolle immobiliari, ha poco debito privato e ha un sistema creditizio solido, con 750 anni di storia. E so­prattutto alcune delle sue grandi imprese formano una parte im­portante del Bilderberg Group».

Secondo le sue fonti avrebbero deciso le sorti del dollaro.

«Una delle principali conclusioni del meeting 2012 è che gli Usa do­vranno svalutare il dollaro rispet­to allo yuan per ridurre il debito de­gli Usa».

Ma almeno lei ha capito cosa ci facesse Lilli Gruber al Bilder­berg?
«È una giornalista con molte en­trature tra la “ money people ”. E la­vorando in una tv importante ha accesso a un larga audience . E que­sto interessa il Bilderberg».

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