martedì 27 gennaio 2009

Se un assassino diventa rifugiato politico

Azione giovani ha già manifestato a piazza Navona per esprimere il suo sdegno e per chiedere motivazioni in merito all'atto che ha riconosciuto lo status di rifugiato politico al terrorista rosso Cesare Battisti. La manifestazione ha visto esposto uno striscione che recitava: "Non è persecuzione, è giustizia. Battisti estradizione subito".

Il presidente di Azione giovani Roma, Cesare Giardina, presente alla manifestazione, ha detto: "E' vergognoso che il ministro della Giustizia brasiliano abbia concesso a Battisti lo status di rifugiato politico, bloccando l'iter per l'estradizione, nascondendo inoltre la motivazione dietro un improbabile rischio di persecuzione". "Le uniche persecuzioni che fanno testo, nella fattispecie, sono quelle perpetrate da Cesare Battisti - che non ha scontato in Italia nemmeno un giorno della prevista condanna all'ergastolo - ai danni di cittadini inermi, arrivando ad uccidere ben quattro persone - ha aggiunto - Continueremo a manifestare finché Cesare Battisti non pagherà il suo tributo alla giustizia italiana". "Chiediamo al governo brasiliano di rivedere la sua decisione e concedere l'estradizione dell'ex leader dei 'proletari armati' - ha concluso - Deve tornare in Italia e pagare per rispetto alle vittime e perché non può esistere pacificazione senza giustizia".

"Anche se fatto in buona fede, quello del governo brasiliano figura come un atto di ostilità agli occhi del popolo italiano. Esso è frutto di un pregiudizio ideologico che deforma la realtà dei fatti". E' quanto dichiara il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, in merito alla negata estradizione di Cesare Battisti."Quale giustificazione politica - prosegue il ministro - può mai consentire l'impunità di fronte agli omicidi pianificati e commessi da Battisti di un poliziotto, di un gioielliere, di una guardia penitenziaria e di un macellaio?". "Voglio ricordare al governo del Brasile che abbiamo una lunga, lunghissima tradizione giuridica alle nostre spalle, ed è improntata al garantismo e alla giustizia. Considerare, da parte del ministro della Giustizia brasiliano, il nostro impianto civile e giudiziario alla stregua di un barbaro sistema basato sulla regola 'occhio per occhio, dente per dente', è sintomo di grave superficialità e scarso senso della storia". "Mi ha fatto molto piacere constatare - conclude Meloni - come sia politicamente trasversale l'indignazione dell'Italia. Ho sentito telefonicamente il nostro ministro degli Esteri, che intende intraprendere ogni iniziativa utile ad una revisione della decisione assunta dal governo del presidente Lula".

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