lunedì 13 luglio 2009

Il capitalismo che si autoassolve è la vera vergogna

Come al solito, il professor Franco Cardini, apprezzato storico e uomo di cultura non le manda a dire. Parla con fervore della recente Enciclica del Papa Benedetto XVI in tema di dottrina sociale della Chiesa.
"Guardi, so bene che per natura non piaccio a tutti, ma devo dire la verità".
Prego.
"Allora, questa Enciclica, che reputo interessante e figlia di grandi studi, è comunque profondamente pessimista sulla sorti di questo mondo. Mi dica lei se un pianeta che litiga per l'acqua ha fondate ragioni di andare avanti".
Una Enciclica sostanzialmente in linea con il Magistero della Chiesa.
"Segue le orme della Populorum Progressio e non poteva essere diversamente, vista anche la vicinanza con il G8. Affronta uno scenario internazionale davvero preoccupante che rischia di diventare il libro dei sogni".
In che senso?
"Apprezzo le buone intenzioni del Papa. Ma da molto tempo, il Cristianesimo è rimasto più una utopia che una realtà. I primi duemila anni dal punto di vista della giustizia sociale, sono stati un quasi fallimento".
Parola dure. Il Papa ha fatto notare tutte le carenze di un capitilasimo selvaggio.
"Bene, sono contento. Ma, mi passi l'espressione colorita, siamo stufi, delle solite critiche ai regimi dittatoriali. Non li difendo, ma oggi il vero scandalo non sono loro, quanto la vergogna, di un capitalismo rampante che si autoassolve alla ricerca del profitto. Ritengo questo modo di giustificarsi osceno ed offensivo, verso questi popoli, specie l' Africa nei confronti dei quali si fa della carità pelosa e ci si dimentica di averli depredati e spogliati decenza alcuna o scrupolo".
Il Papa ha puntato il dito anche sul precariato nel lavoro.
"Bene, applaudo. Ma spero siano in grado oggi di inventare un sistema migliore e non ne vedo all'orizzonte. Tutto questo è il frutto di una apostasia collettiva, il precariato dal punto di vista del profitto è una manna e per chi non ha denaro una salvezza. Ma contrasta con la giustizia. Del resto, in un Paese in cui le ferrovie sono al limite del collasso e causano morte, tutto è possibile. Chi viaggia in treno appartiene alla classe di coloro che non possono concedersi mezzi migliori, ma al sistema costoro interessano poco, solo quando accade la strage e si fa un bel funerale".
Tema corruzione.
"E' sotto gli occhi di tutti e non è una novità. La corruzione porta alla disaffezione alla politica e quindi alla alienazione".
Che cosa si aspettava dalla Enciclica?
"Premesso che la rispetto da cattolico, dico che non era lecito attendersi di più. In fondo l'Enciclica è una lettera pastorale, ma non un atto dogmatico quindi è anche possibile dissentire. Io non lo faccio, ma in fondo rappresenta un importante documento programmatico".
Ultimamente è tornato alla ribalta il tema dei tradizionalisti.
"Dunque, contestare il Vaticano II dal punto di vista dogmatico non è scandaloso, quel concilio dal punto di vista delle applicazioni concrete ha avuto anche delle conseguenze deleterie e se ne erano accordi Papa Paolo VI e Giovanni Paolo II. In sè stesso non è una rovina, ma certe interpretazioni fantasiose hanno danneggiato seriamente la Chiesa facendo perdere il rispetto della tradizione in nome di una modernità senza alcun senso e colore".

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