giovedì 22 ottobre 2009

Manovre israeliane in Sardegna

Quel che non fanno i turchi, lo fanno gli italiani. E i generali israeliani ringraziano: le manovre aeree congiunte Nato-Turchia-Israele che Ankara aveva cancellato dieci giorni fa (motivazione ufficiale: «Non possiamo prestare il nostro cielo a chi ha massacrato i palestinesi di Gaza») sono state ospitate la settimana scorsa in Sardegna. Prove di guerra: con la discrezione che si usa in queste circostanze, cinque F-15i, cinque F-16i, un Boeing 707 per il rifornimento e un Hercules con l'equipaggiamento tecnico sono arrivati da Tel Aviv alla base di Decimomannu e qui si sono esercitati in una «simulazione di combattimento a lungo raggio», che sarebbe poi la simulazione di un attacco all'Iran. Non erano presenti altre aeronautiche oltre all'italiana, spiegano fonti militari israeliane. E se non è una novità che le armi dei due Paesi facciano esercitazioni congiunte, e se quella in Sardegna era programmata da tempo, l'appoggio del governo italiano alle scelte militari del governo Netanyahu appare sempre più netto: prima con la rinuncia della nostra Aeronautica alle manovre delle polemiche in Turchia, in segno di solidarietà con gli esclusi; poi col voto all' Onu di venerdì scorso, uno dei pochi Paesi europei che hanno bocciato il Rapporto Goldstone e le accuse di crimini di guerra a Gaza.

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