 Altro che gli Indignati. Voi dite i bamboccioni che restano in famiglia a trent’anni.Voi dite i  meridionali che sbafano o delinquono. In verità vi dico che contando tra amici e parenti del Sud ho tratto la  seguente statistica: i quattro quinti delle famiglie meridionali che  conosco sono rimaste senza figli. Sono partiti a cercare o a trovare lavoro lontano da casa, al Nord o  all’estero.
Altro che gli Indignati. Voi dite i bamboccioni che restano in famiglia a trent’anni.Voi dite i  meridionali che sbafano o delinquono. In verità vi dico che contando tra amici e parenti del Sud ho tratto la  seguente statistica: i quattro quinti delle famiglie meridionali che  conosco sono rimaste senza figli. Sono partiti a cercare o a trovare lavoro lontano da casa, al Nord o  all’estero.  La famiglia al Sud è finita prima ancora che per colpa delle separazioni, per «merito » del lavoro. Anziché indignarsi partono, i ragazzi dal Sud. Non c’è ragazzo che non parta e se non parte, peggio per lui, parte svantaggiato. Vanno via per studio, lavoro e avventura. È un’ecatombe al Sud:chiude la famiglia, i genitori sono rimasti soli. Come se i loro figli fossero partiti in guerra, una guerra invisibile e globale. Di solito ci si chiede come andrà per quei ragazzi; io mi chiedo pure che futuro avranno quei paesi svuotati e quei genitori che vivevano per i figli e ora li hanno persi, forse per sempre. Paesi antichi che duravano da secoli, destinati a sparire. Famiglie disperse.
 Un terremoto invisibile li sta inghiottendo, non solo a Sud, anche in  alcune province del Nord. Chi resta? Pochi: o i troppo fortunati, con lavori inventati o  ereditati, tra botteghe, studi ed esercizi; oppure i troppo sfortunati,  quelli senza titoli o senza grinta, gli umili, i timidi, a volte gli  incapaci. Il resto sono precari gratis, semiclandestini, stagisti  sfruttati da enti pubblici e privati. Succede, quando a ventitrè anni non sei il trota di nessuno.
(di Marcello Veneziani)
 
 
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