martedì 7 aprile 2009

Moldova: assalto anticomunista al Parlamento

Caos a Chisinau, capitale della Moldova. Migliaia di manifestanti - 10mila secondo la stampa russa - hanno preso d'assalto la sede del Parlamento per contestare la vittoria dei comunisti alle legislative di domenica. Una ragazza moldava è morta asfissiata dall'ossido di carbonio sprigionato dall'incendio appiccato nell'edificio: la notizia arriva dall'agenzia Interfax, ma non c'è una conferma ufficiale.
Dopo diverse ore le autorità hanno autorizzato un nuovo conteggio dei voti, ma il leader del partito liberal-democratico all'opposizione Vlad Filat ha smentito il raggiungimento di un accordo con il governo sulla cessazione dell'azione di protesta. «Abbiamo presentato le nostre rivendicazioni alle autorità, senza tuttavia ricevere una risposta ufficiale» ha detto Filat all'agenzia Interfax -. L'azione di protesta proseguirà finché non avremo una risposta ufficiale, ma invitiamo i nostri sostenitori a comportarsi in modo civile e a non farsi coinvolgere dalle provocazioni». Il segretario della commissione elettorale centrale Iuri Ciokan ha smentito che sia partito il riconteggio delle schede.
Ci sono stati scontri con la polizia e lanci di pietre, circa 30 persone - sia tra i manifestanti che tra i poliziotti - sono rimaste ferite, alcune ricoverate in ospedale. Gli anti-comunisti hanno letteralmente travolto il cordone degli agenti, che hanno risposto con idranti e gas lacrimogeni. Gli oppositori hanno avuto la meglio e alcuni sono entrati nel Parlamento gridando «abbasso il comunismo!»; hanno lanciato dalle finestre mobili e documenti e appiccato il fuoco in alcune stanze. L'incendio si è esteso ai primi due piani dell'edificio, che ne ha dieci in totale. I mezzi dei vigili del fuoco non riescono ad arrivare sul posto per spegnere le fiamme per il gran numero di persone presenti nelle zone circostanti. I manifestanti hanno completamente circondato gli edifici del parlamento e della presidenza e sono riusciti a issare la bandiera dell'Unione Europea. Lo slogan: «Vogliamo entrare in Europa, vogliamo unirci con la Romania». In Moldova sono stati bloccati i principali siti internet d'informazione e nel centro di Chisinau non funzionano i telefoni cellulari.

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