martedì 7 aprile 2009

Mussolini? Un moderato e marxista erudito

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Benito Mussolini? Moderato e marxista. Anzi, moderato perché "marxista erudito". Lo storico tedesco Ernst Nolte è abituato a stupire. E non rinuncia a farlo dopo una vita passata a ribaltare luoghi comuni e facili "etichettatori" di personaggi e movimenti storici. Allievo prediletto del filosofo Martin Heidegger, è sempre stato visto con sospetto e antipatia da chi su quei pregiudizi ha costruito facili carriere politiche o arraffato cattedre universitarie in quota a qualche partito comunista sopravvissuto, almeno fino a qualche lustro fa, alla condanna della storia. E così, quando si è sparsa la notizia che il professore di storia contemporanea della Freie Universitat di Berlino, la Libera università di Berlino era stato invitato a Treviso dall'Istituto Jacques Maritain per tenere una lezione del ciclo "Concetto e realtà di movimenti radicali di resistenza del XX e del XXI secolo", si è scatenata la contestazione dei Comunisti italiani e dei partigiani dell'Anpi. Che, dopo gli attacchi al Giampaolo Pansa, hanno rivolto la loro attenzione anche a un monumento della storiografia contemporanea come Nolte.
"Benito Mussolini fu un marxista erudito che sapeva ciò che la maggioranza dei marxisti non sapeva. Mussolini - ha proseguito Nolte - è stato il più importante marxista convertitosi al nazionalsocialismo. Nei circoli marxisti era più noto di Lenin, era un uomo troppo importante per essere considerato solamente un simbolo". Secondo il docente tedesco, la "moderazione che si vedeva nel fascismo italiano", a differenza del nazismo, era conseguenza del fatto che Adolf Hitler non proveniva invece dal marxismo. Nazismo che, auspica, andrebbe studiato senza la rabbia del dopoguerra. "Le polemiche possono avere un livello alto oppure basso: in Germania è basso, ci sono abituato, ma credo che quelle italiane siano migliori". Non aveva, forse, immaginato di dover ancora una volta fare i conti con i soliti "oscurantisti".
Molti esponenti dell'Anpi, hanno ritienuto diseducativa la scelta di invitare a parlare Nolte. Pronta la replica del professore tedesco con l'affermazione della necessità di occuparsi del nazionalsocialismo "senza la rabbia che era ben comprensibile nel decennio immediatamente dopo la guerra. Non più dopo mezzo secolo. Il nazionalsocialismo - precisa ancora - non fu un fatto buono, ma non può essere fatto svanire". E replicando ai rilievi dei partigiani italiani, Nolte ha detto che "se qualcuno crede che ciò che hanno sostenuto in base alla loro esperienza debba essere vero per sempre, allora si fa un'operazione contraria all'essenza stessa della storiografia. In questo senso - ha concluso - io non accetto tale approccio".

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